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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 11:47.

Vertice di maggioranza, entro giugno il «decreto del fare» per crisi e lavoro - Riforme costituzionali, il Governo: prima lettura del ddl entro luglio

A proposito di documenti resta poi in piedi l'ipotesi (anticipata dal Sole 24 ore di domenica) di allungare a sei mesi la durata del Durc che attesta la regolarità contributiva di un'azienda. Senza doverlo più ripresentare, come accade oggi, per ogni singolo contratto pubblico di lavori, forniture e servizi. Contemporaneamente verrebbe confermato l'accorpamento in due sole scadenze fisse all'anno delle date degli adempimenti amministrativi e fiscali (1° luglio e 1° gennaio) per ridurre gli oneri burocratici per cittadini e imprese. Ricco il pacchetto in materia edilizia: obbligo di provvedimento espresso di diniego, al posto del silenzio-rifiuto, per il permesso di costruire su immobili vincolati; estensione dello sportello unico edilizio anche ai piccoli interventi edilizi soggetti a Scia e Cil; proroga di due anni della validità dei permessi di costruire già rilasciati. Solo per citarne alcuni.

Fondo di garanzia allargato per le Pmi
Il piano crescita andrà comunque oltre le semplificazioni. Si punta, tra gli altri interventi, a un doppio intervento sul credito. Verranno rivisti i criteri di accesso al Fondo di garanzia, per ampliare la platea delle imprese interessate, e saranno introdotte norme per favorire la diffusione dei corporate bond come canale alternativo al tradizionale credito bancario. Il Fondo di garanzia, inoltre, dovrà favorire l'intervento della Cassa depositi e prestiti nell'ambito di una nuova legge Sabatini per incentivare gli investimenti delle aziende in macchinari produttivi. Verrà perfezionata la macchina organizzativa del commercio estero. Liberalizzazioni nel mercato energetico orientate alla riduzione degli oneri pagati in bolletta. I ministri Lupi e Zanonato - il quale ultimo oggi ha confermato questi obiettivi parlando all'assemblea della Confartigianato - spingono inoltre per inserire nel decreto la revisione del credito di imposta per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture. Oggi il beneficio è limitato a investimenti superiori ai 500 milioni, si lavora per ridurre la soglia a 100 milioni (più difficile l'opzione iniziale di 50 milioni).

Pacchetto lavoro, si parte da un miliardo
Il piano straordinario con incentivi per complessivi 1,1 miliardi per favorire l'assunzione dei giovani. Attraverso la fiscalizzazione per due anni degli oneri contributivi che gravano sull'impresa, se assume con contratto a tempo indeterminato. In caso di stabilizzazione di un giovane con contratto a tempo determinato, invece, lo Stato si farebbe carico degli oneri per un anno.

La proposta emersa ad una riunione del tavolo tecnico di ieri tra i ministeri dell'Economia, dello Sviluppo economico e del Lavoro. Le possibili fonti di finanziamento dell'incentivo: il ricorso alle risorse comunitarie del Programma operativo regionale (Por) provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale sembra più complicato anche per le difficoltà nella concertazione con le Regioni che allungherebbero i tempi; l'orientamento sembra essere quello di impiegare fondi statali, con una copertura spalmata nel triennio che per il 2013 si attesta a 300 milioni, per il 2014 a 400 milioni e per il 2015 a 400 milioni.

La copertura finanziaria rappresenta il problema principale per il Governo.
In questo quadro la principale fonte di finanziamento è rappresentata dai fondi europei per la Youth Guarantee, il piano Garanzia Giovani da complessivi 6 miliardi tra il 2014 e il 2020 destinati ai Paesi con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Servono per garantire un'offerta concreta di lavoro, il proseguimento degli studi, l'apprendistato o il tirocinio ai giovani fino a 25 anni entro 4 mesi dalla disoccupazione o dalla fine della scuola. Per l'Italia il piano equivale a 4-500 milioni: la sfida è riuscire ad attivarli all'inizio del 2014, facendo lievitare le risorse con una quota di cofinanziamento nazionale (se il negoziato sulla golden rule darà l'ok a non considerarlo nel calcolo del deficit) e con i fondi strutturali 2007-2013 non spesi.

Il pacchetto conterrà anche interventi a "costo zero", a partire dalle modifiche alla legge Fornero per «sbloccare i limiti della legge 92, senza però ricominciare da capo», ha spiegato il ministro Giovannini che punta a rendere più flessibile la disciplina sui contratti a termine e ad incentivare il ricorso all'apprendistato, attraverso una «revisione della legge ma non un suo smantellamento».

Riforme costituzionali, il Governo: prima lettura del ddl entro luglio

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