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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2013 alle ore 22:15.

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L'affaire 5Xmille entra nel vivo. Oggi il viceministro dell'Economia Stefano Fassina, rispondendo all'interrogazione dell'onorevole Luigi Bobba che, il 29 maggio scorso, aveva chiesto al governo se i 391 milioni che l'Agenzia delle Entrate distribuirà ai beneficiari corrispondano al totale devoluto dai contribuenti, ha aggiunto dettagli che faranno sicuramente discutere.

«L'importo totale» versato dai contribuenti nel 2011 per il 5xmille è pari a «488 milioni di euro», ha spiegato il viceministro. Che poi ha aggiunto: «Nel caso in cui le somme complessive corrispondenti alle scelte operate dai contribuenti risultino superiori agli stanziamenti previsti - spiega Fassina - su richiesta del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato l'Agenzia delle entrate deve provvedere a rimodulare la ripartizione degli importi spettanti sulla base delle effettive disponibilità. In particolare - sottolinea il viceministro - l'effettiva quota spettante a ciascun ente viene rideterminata dall'Agenzia applicando, alla quota corrispondente alle scelte effettuate dai contribuenti, la percentuale risultante dal rapporto tra l'importo totale stanziato e l'importo totale corrispondente alle scelte operate. Quindi si tratta di una ripartizione puramente proporzionale».

«Relativamente all'esercizio finanziario 2011, l'Agenzia delle entrate - sottolinea Fassina - fa presente che l'importo totale ottenuto in base alle scelte operate dai contribuenti corrisponde a 488 milioni di euro. In data 30 gennaio 2013, il dipartimento della Regionale generale dello Stato ha comunicato all'Agenzia delle entrate che le risorse disponibili in bilancio sull'apposito capitolo 3094 corrispondevano a 395 milioni di euro. L'Agenzia delle entrate ha quindi provveduto ad effettuare la rimodulazione degli importi spettanti a ciascun ente sulla base delle effettive somme erogabili, che corrispondono, appunto - conclude il viceministro - a 395 milioni di euro e non ai 391 come indicato dagli onorevoli interpellanti».

Secondo la lettura fornita dall'organizzazione non profit Vita, sul sito Vita.it, leggendo i dati diffusi oggi dal ministro sembrerebbero mancare all'appello circa 92 milioni, ovvero la differenza tra i fondi raccolti con il 5Xmille (488 milioni) e i fondi effettivamente ripartiti (395 milioni).

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