I conti truccati dell'import-export che gonfiano i numeri dell'economia cinese

I conti dell'import-export cinese sono gonfiati, il giro delle false fatturazioni è di 75 miliardi di yuen soltanto nei primi quattro mesi del 2013. Il che contribuisce a fornire un quadro migliore (ma finto) dell'economia cinese che frena molto più di quanto non si possa pensare. Ma le bugie hanno le gambe corte.
I sospetti ricorrenti sono diventati, ora, una realtà: pregasi sfogliare le prime pagine dell'edizione odierna del quotidiano economico The 21st Century Business Herald che basa la rilevazione su un report interno del ministero del Commercio estero.

Come nasce la cifra di 75 miliardi? Le aree sotto esame sono le zone speciali dove si sospetta avvenga il traffico di finte bolle doganali. Lì, nelle Zep, dove i prodotti vengono ufficialmente stivati, in realtà non transitano nemmeno. Anno su anno nelle zone speciali l'import-export è aumentato del 130% a gennaio comparato appena al 19.1% di maggio. Se il tasso di crescita fosse stato simile a quello di maggio la differenza sarebbe appunto del 75 miliardi di traffico falso (i dati ufficiali del periodo sono di 1.33 trilioni nello stesso periodo). A smascherare il gioco è stato lo stesso restyling statale delle regole per le fatturazioni appena entrato in vigore, che ha contribuito a ripulire i conti.

Questi falsi giri di import-export servirebbero infatti ad aggirare i controlli sui movimenti e sui profitti legati all'apprezzamento costante dello yuen. A maggio le esportazioni sono cresciute appena dell'1% e le importazioni crollate dello 0,3 per cento.
Nel periodo considerato la crescita dell'export è stata del 7%, l'import del 6 per cento. Le dogane cinesi hanno rilevato una crescita del 17.4% nei primi quattro mesi dell'anno, mentre le importazioni ufficiali sono cresciute del 10.6 per cento.

Le cifre del ministero del commercio estero cinese a questo link.

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