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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2013 alle ore 17:54.

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Manifestazioni politiche, il Pdl propone pene da 1 a 3 anni di carcere per chi disturba

Il casus belli risale a poco più di un mese fa, il 10 maggio scorso, quando il comizio per le elezioni amministrative a Brescia di Silvio Berlusconi fu occasioni di forti contestazioni dei centri sociali ai supporter del Cavaliere e ai deputati Pdl presenti. Allora, il capogruppo Pdl alla camera, Renato Brunetta, annunciò la presentazione di un ddl per sanzionare con il carcere chi disturba una manifestazione politica. A passare dalle parole ai fatti ci ha poi pensato il deputato pidiellino, Ignazio Abrignani: 1 articolo di tre commi che prevede in particolare la reclusione da uno a tre anni e una multa da 1.000 a 2.500 euro per «Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione politica, sia pubblica che privata».

Il progetto di legge, intitolato «Norme a tutela della libertà di riunione politica e di propaganda elettorale» prevede un'aggravante per chi contesti manifestazioni elettorali: «Se la riunione è di propaganda elettorale, la multa è raddoppiata». Il secondo comma sanziona le contestazioni ad opera di pubblico ufficiale:«Se l'impedimento proviene da un pubblico ufficiale, la pena è della reclusione da due a cinque anni». Il progetto normativo, si legge ancora, punta a «introdurre una normativa chiara e di portata generale, estendendo quei presidi garantiti per le riunioni di propaganda elettorale stabiliti dall'articolo 99 del Dpr 361/1957 che, per il divieto di analogia ex articolo 25 della Costituzione dovendo essere applicato tassativamente, non valgono per le elezioni amministrative».

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