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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2013 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 18 giugno 2013 alle ore 08:23.
(Afp)
Il Brasile protesta contro l'aumento dei prezzi dei trasporti pubblici e i miliardi di dollari spesi per i Mondiali di calcio del 2014. Oltre 200mila persone sono scese in piazza a San Paolo, Brasilia, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Fortaleza, Salvador e altre città del paese. Duecento manifestanti sono anche riusciti a montare sul tetto del Parlamento a Brasilia. A dare il via alle proteste, il gruppo studentesco di sinistra, Movimento Paese Libero. Il presidente Dilma Rousseff é intervenuta per difendere il diritto di scendere in piazza. Attraverso un portavoce, l'ex esponente del Partito dei Lavoratori ha dichiarato che «le proteste pacifiche pacifiche sono legittime» e «parte della democrazia» e che «é prerogativa dei giovani manifestare».
Protesta pacifica, tranne episodi di violenza a Rio e Porto Alegre
Complessivamente la protesta è stata pacifica, a eccezione di alcuni scontri a Rio con la polizia: qui almeno 100mila «indignados» hanno marciato nella notte lungo l'arteria principale del centro, prendendo d'assalto edifici pubblici, banche e negozi. Oltre 100mila manifestanti hanno protestato nelle vie di San Paolo e a migliaia sono scesi in piazza a Salvador, Brasilia, Porto Alegre, Victoria. A Belo Horizonte, dove di disputava Nigeria-Tahiti per la Confederations Cup, due poliziotti sono rimasti feriti e sono stati eseguiti una decina di arresti dopo che gli agenti hanno bloccato la folla che tentava di raggiungere lo stadio Mineirao.
I motivi della protesta: aumento prezzi biglietti e spesa mondiali
La protesta è iniziata la scorsa settimana, innescata dall'aumento del prezzo del biglietto dell'autobus a San Paolo, prima di prendere di mira anche la spesa, 15 miliardi di dollari, per l'organizzazione dei Mondiali del prossimo anno; una cifra enorme in un Paese in cui persistono forti disuguaglianze sociali e i servizi sociali sono carenti.
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