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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 16:45.

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La nazionale italiana in Brasile (LaPresse)La nazionale italiana in Brasile (LaPresse)

La nazionale di calcio resta a dieta. Le autorità brasiliane hanno infatti bloccato presso l'aeroporto Tom Jobim di Rio de Janeiro una importante fetta delle derrate alimentari spedite dalla Federcalcio in Brasile e destinate alla nazionale italiana di calcio che nei prossimi giorni prenderà parte alla Confederation Cup.

A farne le spese salumi e formaggi
In base alle prime informazioni le derrate alimentari bloccate in aeroporto riguardano soprattutto prosciutto crudo e cotto, Bresaola e Parmigiano. Lo stop è giustificato da motivi burocratici visto che in base alla legislazione locale servono permessi particolari per inviare in Brasile i prodotti che sottostanno a una stagionatura minima. Permessi dei quali però le merci italiane sono sprovviste e considerato che la legge brasiliana al riguardo è inflessibile, i prodotti sono stati immediatamente bloccati in dogana. Va ricordato che appena qualche settimana fa e dopo una trattativa durata anni, i salumi italiani a media stagionatura hanno incassato il via libera per l'export negli Stati Uniti. Ma evidentemente gli argomenti utilizzati per convincere le autorità statunitensi non sono stati sufficienti per ottenere il via libera anche di quelle brasiliane.

Nessun problema per vino, olio, pasta e pelati
Ma non tutti i prodotti made in Italy sono stati bloccati in dogana. Ad esempio tra gli alimenti che non hanno subito alcuno stop ci sono i quasi centro litri d'olio extravergine d'oliva come i 2 quintali di pasta, le bottiglie di vino (delle quali magari la nazionale di calcio poteva anche fare a meno) e i pomodori pelati portati da Roma.

Lo strano caso della bresaola
Fra i prodotti rimasti in stand by all'aeroporto di Rio quello che desta le maggiori perplessità è la Bresaola. Non molti sanno infatti che il famoso salume italiano a base di carne bovina (particolarmente magro e per questo spesso inserito nelle diete degli atleti) è prodotto con materie prime di origine brasiliana. Secondo i dati del Consorzio della Bresaola della Valtellina Igp infatti oltre l'85% delle carni utilizzate sono di Zebù, una particolare razza bovina diffusa soprattutto in Brasile. Pertanto saremmo di fronte al paradosso che le autorità brasiliane bloccano in dogana un prodotto realizzato in Italia ma da materie prime provenienti proprio dal Brasile.

Un "aiuto" da Ipanema
Secondo quanto si apprende la diplomazia è al lavoro per risolvere il blocco delle derrate alimentari. Nel frattempo, un supermercato del quartiere di Ipanema, famoso per avere una grande offerta di prodotti alimentari italiani, si è offerto di venire in soccorso della Federcalcio coprendo il buco nelle forniture. Il problema però è che il supermercato brasiliano ha scorte limitate e che difficilmente, in assenza di uno sblocco delle derrate ferme in aeroporto, potrà fare fronte alle esigenze della nazionale italiana che resterà in Brasile almeno fino a fine mese.

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