Le frodi alimentari in Italia: dal vino al metanolo ai funghi cinesi i casi più famosi
Venti milioni di chili di prodotti alimentari e bevande sequestrati per un valore di 468 milioni di euro. Sono numeri importanti quelli relativi alle frodi alimentare scoperte in Italia nel corso del 2012. Dati che emergono da un'analisi effettuata dalla Coldiretti.In Italia sono farine, pane e pasta i prodotti più colpiti
I prodotti alimentari più colpiti dalle frodi sono farine, pane e pasta (che infatti coprono una quota del 16% del valore dei prodotti sequestrati). A seguire le carni (11%), il latte e i derivati (8%), i vini e gli alcolici (5 per cento). In questo quadro va inoltre ricordato che ben il 31% del valore dei sequestri ha interessato la ristorazione e la chiusura dei locali A livello internazionale sotto i riflettori è il settore zootecnico
L'ultimo in ordine è tempo è stato lo scandalo dei tortellini alla carne di cavallo (invece di quella di manzo). Episodio che ha coinvolto piccole aziende e grandi multinazionali con prodotti sequestrati in molti paesi dell'Unione europea. Ma diversi casi di emergenze alimentari hanno coinvolto il settore zootecnico a cominciare dall'emergenza mucca pazza del 2001 seguita nel 2003 dall'allarme sull'influenza aviaria. Due casi che hanno innescato uan vera e propria psicosi facendo lievitare il conto dei danni che, tra maggiori oneri per i controll, valore dei prodotti distrutti e calo dei consumi, ha toccato i 2 miliardi di euro nel caso della mucca pazza e i 500 milioni nel caso dell'influenza aviaria. Il settore delle carni è tornato sotto i riflettori della cronaca nel 2008 con la carne alla diossina (scandalo innescato da una contaminazione dei mangimi) seguito in Cina dal latte alla melamina. Nel 2010 invece in Europa è stata la volta della mozzarella blu, prodotto rinvenuto in più di un supermercato e che ha spaventato non poco i consumatori di diversi paesi Ue. Nel 2011 invece è stato il batterio killer e.coli che ha seminato il panico facendo finire sul banco degli imputati il settore ortofrutticolo e in particolare i cetrioli.Ancora troppi ritardi nelle informazioni al consumatore.
La Coldiretti individua importanti responsabilità nella diffusione di alcuni recenti allarmi alimentari al ritardo delle istituzioni comunitarie nell'adottare una corretta e trasparente informazione al consumatore. «Il ritardo dell'Ue nell'adottare misure di trasparenza dell'informazione al consumatore, come l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime usate, ha favorito il moltiplicarsi degli allarmi a tavola provenienti dalle diverse parti del mondo».
di Giorgio dell'Orefice
2. Mucca pazza - 2001
La sindrome Creutzfeldt-Jakob anche conosciuta come la malattia della "mucca pazza" (o encefalopatia spongiforme bovina nota anche con l'acronimo di Bse), fa la sua comparsa nel 2001 nel Regno Unito. La sindrome colpisce i capi bovini fino a determinarne la morte e viene presto attribuita alla propensione ad alimentare le mucche con farine animali. La sindrome subito si diffonde in tutta Europa, le farine animali vengono messe al bando e con loro anche molti tagli di carne bovina.
Scatta subito il bollettino dei capi infetti, di quelli sottoposti a ricorrenti esami di laboratorio in un'escalation di paura che porterà a circa 2 miliardi di danni. Solo nei giorni scorsi l'Oie (L'organizzazione mondiale della sanità animale), ha sancito per l'Italia – come ha ricordato la Coldiretti – il passaggio dal livello di rischio "controllato" a quello "trascurabile". Un declassamento che dovrebbe sbloccare l'export italiano di alcune tipologie di carni bovine (come la bresaola) e il "ritorno" (dopo dodici anni) sulle tavole degli italiani di prodotti la cui commercializzazione era stata vietata come la pajata.
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