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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2013 alle ore 08:12.

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È soddisfatto per l'ultima partita vinta sul "decreto del fare" il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. La norma che allarga l'uso del credito di imposta per le infrastrutture finanziate da privati resta: sia pure con qualche paletto, la Ragioneria ha dato il via libera. Ma Lupi fa un bilancio del tutto positivo del decreto e si toglie qualche sassolino dalla scarpa con i molti che, dalle istituzioni locali e dal mondo delle imprese, gli hanno rimproverato di voler penalizzare grandi opere come la Tav o il Terzo valico. «Dei 700 milioni stanziati nel 2010 per il primo lotto costruttivo del terzo valico, ne sono stati spesi 138 per la progettazione e solo 31 per i lavori. Per il secondo lotto sono stati spesi solo 7-8 milioni. Quando avremo capito perché le opere non vanno avanti e avremo risolto il problema, torneremo ad aumentare la cassa». Risposta anche all'Ance quando dice che i fondi sbloccati sono scarsi. «Per il 2014 abbiamo previsto un tiraggio di cassa per le sole opere previste dal decreto di 800 milioni. Questi livelli di spesa, in passato, si sono raggiunti solo nel 2003-2004». Lupi dà invece ragione piena alle imprese sull'Imu che colpisce invenduto e beni strumentali. «Con l'Imu - dice - si è fatta carne da macello pur di portare i soldi dentro e queste norme che colpiscono le imprese lo confermano. Passi pure che si chiede di contribuire in momenti di emergenza, ma se poi norme così diventano strutturali, si mettono in ginocchio le imprese». Nessun dubbio, quindi: «Nella rivisitazione complessiva dell'Imu, che faremo entro il 30 agosto, va eliminata l'imposta sulla prima casa, ma vanno eliminate anche quelle distorsioni sulle imprese. Se poi su singoli aspetti troviamo prima un'intesa e le coperture, possiamo anche anticipare».
Ministro Lupi, partiamo dai fatti più recenti. Ha ottenuto un bel successo con il mantenimento nel "decreto del fare" del credito di imposta allargato che la Ragioneria voleva stralciare per mancanza di copertura.
Abbiamo fatto un buon lavoro con il ministro Saccomanni, sono soddisfatto, direi che finalmente inizia una collaborazione proficua tra i ministeri delle Infrastrutture e dell'Economia.
Si parla di tensioni pesanti nelle ultime ore.
Guardo al risultato: viene accolto il principio che le infrastrutture sono strategiche per la crescita del Paese. È una nuova stagione che si apre. Non solo: viene pienamente condiviso tra noi e l'Economia che l'obiettivo è realizzare le opere, non stanziare risorse. Realizzare le opere lavorando sulla competenza, ma anche sulla cassa. È un messaggio rivolto a tutti, anche agli enti che portano la responsabilità di un'opera, come le Ferrovie, o alle imprese che la realizzano.

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