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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2013 alle ore 20:33.

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Ballottaggi in Sicilia, si vota in 142 comuni. Focus sulla sfida a Messina, l'endorsement di Pisapia

L'ultima sfida politica per scegliere il primo cittadino si gioca in Sicilia. Il 23 e il 24 giugno, si vota in 142 comuni, a Messina, Ragusa e Siracusa. Ma la campagna elettorale più animata dalla voglia di cambiamento si svolge a Messina dove a contendersi la poltrona di primo cittadino sono: Felice Calabrò del Pd – lo schieramento che ha visto trionfare a Roma Ignazio Marino - e Renato Accorinti con una sua lista. Il primo non è stato eletto due settimane fa con il 49,9% ed è sostenuto dalla vecchia guardia politica: Francantonio Genovese e Giampiero D'Alia mentre il secondo, che ha racimolato il 23,3% dei consensi, fa a modo suo: con la lotta "dal basso". Accorinti è riuscito a coinvolgere persino Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano ha inviato, infatti, un messaggio di apprezzamento augurandosi che l'energia con cui "si sta cercando di portare il cambiamento in città e quella volontà di farsi cittadinanza attiva "dal basso", in cui Milano ha saputo credere trovi terreno fertile anche nella splendida Messina".

Un insegnante di educazione fisica che non è andato in aspettativa per la campagna elettorale, l'uomo del "no ponte" sullo Stretto di Messina, il cittadino che ha lottato per il riordino dell'Archivio storico di Messina che si è ribellato al passaggio dei tir in città e che ha sostenuto tutte le iniziative per promuovere gli spazi verdi in città; ora, Accorinti – come Laura Vigni il 26 maggio a Siena con una lista autonoma - è il politico della legalità e della trasparenza che soffoca la campagna elettorale di Calabrò. Il suo messaggio politico è "diritti e non favori" e per questo sostenuto dai lavoratori licenziati da Triscele, Sicilia Limoni e dai cantieri navali Rodriquez; dai lavoratori precari del Comune, dell'Atm (azienda trasporti di Messina); da ex lavoratori dei Servizi sociali e del Teatro Vittorio Emanuele; dagli ultimi della scala sociale, dai cittadini dei quartieri e dei villaggi in periferia. Messina, considerata la porta della Sicilia, vuole cambiare e dire basta alla corruzione, al clientelismo e al favoritismo in cui è annegata.

Serve risalire gli abissi: mettersi "subito al lavoro per il microcredito (una misura che aiuta e responsabilizza le famiglie al contrario della social card), per le famiglie in difficoltà e il reddito minimo per individui e nuclei familiari" è la priorità di A ntonino Mantineo, assessore designato alle Politiche sociali, sanitarie e giovanili, al Decentramento (Città Metropolitana) e al Personale. Per Accorinti e la sua squadra "le istituzioni sono da rispettare e non luoghi dove intrattenere amicizie". Nelle altre città i toni sono meno accesi. A Ragusa si piazza nella seconda tornata elettorale – a sorpresa rispetto ai risultati nazionali ottenuti poco più di due settimane fa dai grillini negli altri comuni - il candidato del movimento 5 stelle Federico Piccitto, che ha incassato anche il supporto di Sel, e il candidato del centrosinistra Giovanni Cosentini. A Siracusa la sfida sarà, invece, tra il democratico Giancarlo Garozzo, che ha ottenuto il 31,1% al primo turno, e Paolo Ezechia Reale, supportato dalle liste civiche che al primo turno ha preso il 26,8% dei voti; tra i due, in vantaggio è il secondo, che due settimane fa incassò il 29,3% delle preferenze, a fronte del 15,6% del grillino.

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