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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 18:15.
L'ultima modifica è del 24 giugno 2013 alle ore 13:10.

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Nella foto il ministro allo Sport, Josefa Idem (ItalyPhotoPress)Nella foto il ministro allo Sport, Josefa Idem (ItalyPhotoPress)

La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo di indagine sul ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem, a confermarlo è stato il procuratore capo pro tempore, Isabella Cavallari che ha precisato trattarsi del cosiddetto modello 45, ossia un procedimento senza ipotesi di reato. Contestualmente sono partite le verifiche della polizia municipale del comune romagnolo circa i versamenti contributivi dell'Ici sulla residenza-palestra del ministro allo sport.

Le verifiche riguardano anche presunti abusi edilizi e destinazione d'uso dell'immobile che si trova nella frazione ravennate di Santerno e nel quale, fino a pochi mesi fa, la pluricampionessa olimpica aveva eletto la sua residenza. Residenza che ha poi provveduto a modificare, nello scorso mese di febbraio, eleggendola nella stessa abitazione di marito e figli. Una procedura che deve avere messo in allerta l'agenzia delle entrate di Ravenna che, pochi mesi dopo, ha avviato una serie di verifiche che hanno portato a scoprire la posizione contributiva irregolare del ministro che per anni risultava vivere, almeno sulla carta, nella sua palestra e non a casa con marito e figli.

Idem incontra Letta a palazzo Chigi
Pur avendo sanato, lo scorso 6 giugno, la sua posizione, Josefa Idem sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua vita: dopo la conferenza stampa di sabato scorso in cui denunciava un linciaggio senza precedenti nei suoi confronti e annunciava di non volersi dimettere non ha incontrato il pieno appoggio di Enrico Letta, con il quale nel pomeriggio si è tenuto un incontro di un'ora a palazzo Chigi. La ministra è uscita in auto senza incrociare i cronisti né, ovviamente, rilasciare dichiarazioni.

Il nuovo fronte d'indagine
Intanto a Ravenna si fa largo un nuovo possibile fronte di indagine relativo ai versamenti Inps pagati dal Comune all'assessore Idem per 8 mesi a cavallo tra il 2006 e il 2007. Secondo quanto denunciato dall'ex collega di giunta, Pericle Stoppa, alla scadenza del suo primo mandato in assessorato Idem non si ricandidò con il Pd «ma in città tutti sapevano che sarebbe stata rinominata», ha spiegato. Così, senza "lavoro" per una decina di giorni di interregno, fu assunta dal marito (unica assunta, per altro) nella sua associazione Kayak. Una decina di giorni e poi la riconferma e un trasferimento contributivo che, a quel punto non spettava più all'associazione ma al Comune.

Idem lasciò la poltrona poi nel maggio 2007 ma per tutti i mesi in Giunta, per i quali entrò in aspettativa dal lavoro in Kayak, i versamenti furono versati solo dall'ente pubblico. Così oggi è partita un'interrogazione al sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, affinché invii alla Procura anche gli atti relativi a quella vicenda, affinché verifichi se l'assunzione, formalmente ineccepibile, di Josefa Idem sia stata in realtà fittizia e strumentale al fine di porre a carico dell'ente pubblico oneri previdenziali altrimenti non dovuti..

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