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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 18:43.

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Palestra Idem, il M5S a caccia di irregolarità su autorizzazioni sanitarie e commerciali


«Se non sarà il pudore del ministro a farle fare un passo indietro, saranno gli accertamenti della Ausl, l'azienda sanitaria locale». Il Movimento 5 Stelle stringe d'assedio Josefa Idem, ministro per le Pari Opportunità in quota Pd. Come annunciato, mentre in Parlamento hanno già pronta una mozione di sfiducia presentata con la Lega Nord, in Emilia-Romagna i grillini stanno passando al setaccio le carte relative alla discussa casa-palestra della ex campionessa olimpica. Il sospetto del consigliere regionale Andrea Defranceschi («stiamo aspettando che l'Asl e il comune di Ravenna ce ne diano conferma scritta») è che quanto emerso finora non sia che una parte.

«Se per caso - scrive Defranceschi in una nota - dal nostro accesso agli atti richiesto alla Ausl di Ravenna emergesse che la palestra della Idem fosse sprovvista di autorizzazione igienico sanitaria necessaria allo svolgimento dell'attività; e se per caso il comune ci confermasse che l'edificio è sprovvisto della certificazione di sicurezza e antincendio, le responsabilità del ministro atleta diverrebbero inammissibili, perché significherebbe aver messo a rischio l'incolumità di altre persone. Quale assicurazione infatti rimborserebbe un infortunio in un locale non autorizzato e privo di requisiti minimi di sicurezza? Una responsabilità personale prima ancora che penale».

Peraltro nel caso della palestra «in questo slalom di autorizzazioni, pare non ne abbia presa nemmeno una«, scrive ancora Defranceschi. «Già le visure camerali che avevamo richiesto prima che il caso scoppiasse mediaticamente avevano confermato che il soggetto gestore della palestra non era registrato alla Camera di commercio, a rigor di logica quindi attestandola fra le attività non a carattere commerciale. Così pure, siamo in attesa di prendere visione del contratto d'affitto, che essendo un contratto pubblico dovrebbe essere di libera consultazione. Ammesso che un contratto ci sia...».

Ora, conclude il consigliere regionale, «io sono garantista, ma non appartengo a quella schiera di persone per le quali non commettere reato equivale non avere alcuna responsabilità».

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