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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 21:40.

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Renato Accorinti (Ansa)Renato Accorinti (Ansa)

È accaduto l'inaspettato. Renato Accorinti ce l'ha fatta. L'uomo del No ponte è quindi, a sorpresa, il nuovo sindaco di Messina. Ha battuto il candidato di centrosinistra Felice Calabrò: in strada c'è festa perché la vittoria è dei tutti i cittadini che hanno aderito alla lista "Cambiamo Messina dal basso" e che hanno voltato le spalle ai partiti.

Il vincitore si è imposto con il 52,67% delle preferenze sul rivale Felice Calabrò, fermatosi al 47,33%. Una vittoria in rimonta quella dell'attivista "No ponte", che a metà dello scrutinio era dietro al suo avversario. Ad Accorinti sono andati 47.866 voti, mentre a Felice Calabrò 43.017. Al primo turno, Calabrò, sostenuto dal centrosinistra, aveva sfiorato la vittoria per una manciata di voti; aveva raggiunto il 49,93%, mancando l'elezione per soli 59 voti, mentre Accorinti aveva ottenuto il 24,02%. Una beffa.

Dopo la vittoria Renato Accorinti è corso in mezzo alla gente che esultava indossando per l'ultima volta la maglietta No ponte simbolo di una battaglia già vinta: «Adesso comincia una nuova storia, quartiere per quartiere. Si tratta di una vittoria di tutti. Qui non ci sono un sindaco e otto assessori ma una città che vuole cambiare in profondità. Ci ho sempre creduto anche se sembrava una sfida impari. E il primo passo verso il cambiamento sarà abbattere ogni muro che separa Palazzo Zanca dai cittadini».

Accorinti ha 59 anni, è un attivista della difesa dei diritti civili, dell'ambiente e della lotta alla mafia, tra i fondatori del movimento No ponte, docente e tecnico della Federazione italiana di Atletica leggera. Sin dalla fine degli anni settanta si impone come pacifista e fonda insieme ad altri, il Movimento non violento messinese e il Comitato messinese per la pace e il disarmo.

È sua la lettera aperta con cui propone di esporre nel centro di Messina uno dei simboli più forti dello stragismo mafioso: i resti dell'automobile degli agenti della scorta di Giovanni Falcone, distrutta dopo la strage di Capaci. Ai sindaci che si sono succeduti ha proposto più volte di intitolare la piscina comunale a Graziella Campagna, la sedicenne messinese uccisa dai boss mafiosi della Sicilia orientale perché aveva assistito involontariamente all'esecuzione di un killer. Sono moltissime le sfide che Accorinti ha lanciato alle amministrazioni cittadine.

La lotta contro il ponte sullo Stretto di Messina lo ha contraddistinto per anni: si è arrampicato sul pilone di Torre Faro per un giorno e una notte attirando l'attenzione dei media. Per promuovere le aree di verde pubblico, Accorinti, ha lanciato la campagna "la natura ci salverà" cercando di riconvertire le aree militari in disuso mentre in segno di protesta per il passaggio dei tir in città è stato protagonista di uno sciopero della fame durato una settimana. Per queste ragioni, oggi una folla enorme festeggia il neo sindaco.

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