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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 06:42.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
I 27 leader dell'Unione tenteranno giovedì e venerdì di dare nuovo sostegno al rilancio dell'economia in un momento in cui le autorità comunitarie hanno deciso di rallentare il ritmo di risanamento dei conti pubblici. Oltre a misure contro la disoccupazione giovanile, i Paesi dovrebbero impegnarsi in «un nuovo piano di investimenti per l'Europa» nel quadro del prossimo bilancio comunitario. L'idea ha un sapore keynesiano, ma non vi sono per ora cifre sul valore dell'iniziativa.
I ministri per gli affari europei discuteranno oggi in Lussemburgo l'agenda del prossimo vertice dedicato principalmente al preoccupante andamento della congiuntura. L'emergere di partiti estremisti in alcuni Paesi sta contribuendo a un cambio di enfasi nella politica economica a livello comunitario. Secondo la più recente versione delle conclusioni del summit i 27 dovrebbero utilizzare la riunione per annunciare nuove misure di sostegno al finanziamento delle piccole e medie imprese.
Oltre a fare il punto sulla riforma dell'assetto istituzionale della zona euro, i 27 intendono preparare al meglio l'uso di fondi strutturali fin dal 2014, quando entrerà in vigore il nuovo bilancio comunitario settennale, e accelerare l'adozione di obbligazioni a progetto (project bonds, secondo l'espressione inglese). L'obiettivo di questi strumenti finanziari è di consentire la costruzione di nuove infrastrutture con la collaborazione tra soggetti privati e mano pubblica.
Nel contempo, il Consiglio europeo intende rilanciare il ruolo della Banca europea per gli investimenti, utilizzando appieno l'aumento di capitale da 10 miliardi di euro deciso nel 2012. Secondo le più recenti indicazioni, i 27 faranno proprio l'impegno della Bei di aumentare i prestiti alle Pmi del 50% nel periodo 2013-2015. Il vertice servirà anche ai governi per accogliere positivamente un rapporto preparato dalla Commissione e dalla Bei sui modi più innovativi di aiutare le aziende più piccole.
Distribuita giovedì nelle 27 capitali, la relazione di 18 pagine propone tre diverse opzioni che attraverso un meccanismo di leva finanziaria creerebbero occasioni di prestiti rispettivamente per 55-58, 65 e 100 miliardi di euro (si veda Il Sole 24 Ore di venerdì). Il contesto è preoccupante. Molte piccole e medie imprese del Sud Europa hanno enormi difficoltà a rifinanziarsi sui mercati e nelle banche. La situazione sta pesando sull'occupazione, gli investimenti e l'economia.
«Il Consiglio preciserà in luglio i parametri per la creazione di questi strumenti in modo da garantire economie di scala, diversificazione dei portafogli ed un effetto elevato di leva finanziaria», si legge in un canovaccio delle conclusioni. «Le necessarie preparazioni dovrebbero essere portate a termine per permettere a questi strumenti di iniziare a operare nel gennaio 2014». Inoltre, il Consiglio vuole modificare il mandato del Fondo europeo degli investimenti per rafforzare le sue capacità di prestito.

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