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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2013 alle ore 18:44.

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Scandalo Anglo Irish: la banca affondava tra le risate dei manager

Le garanzie statali sul buco nei conti della banca? Un'opportunità di cui approfittare, inventandosi una cifra più contenuta del vero e spremendo più denaro pubblico possibile, sicuri che tanto il prestito non sarebbe mai stato restituito. Con buona pace dei risparmiatori tedeschi e inglesi, scherniti dai top manager dell'istituto, che continuavano a depositare i propri risparmi su Anglo Irish Bank.

Le ultime scandalose rivelazioni sull'odissea della banca irlandese, crollata dopo il crack immobiliare del 2008 e poi nazionalizzata, arrivano da un'inchiesta dell'Irish Independent, che dall'inizio della settimana sta pubblicando le telefonate tra i massimi dirigenti dell'istituto avvenute nel settembre di quell'anno. Le conversazioni (che si possono ascoltare sul sito del quotidiano) sono state riprese dalla stampa anglosassone e hanno suscitato ampia eco in Irlanda, dove il Governo ha promesso un'inchiesta parlamentare. È opportuno ricordare che dal crollo di Anglo Irish e delle altre grandi banche prese il via la crisi irlandese, con il governo che, dopo aver garantito per gli istituti al collasso, si vide costretto a chiedere un salvataggio internazionale da 67,5 miliardi.

Tra i protagonisti di quelle che sembrano conversazioni un po' sguaiate da pub c'è l'allora amministratore delegato della banca, David Drumm, l'ex capo del dipartimento mercato dei capitali, John Bowe, il capo del settore retail, Peter Fitgerald.
In una delle registrazioni, per esempio, Bowe e Fitzgerald parlano dei sette miliardi di cui lo Stato si fece inizialmente garante per tenere a galla la banca, una cifra tirata fuori a caso (ma la metafora usata è molto più colorita e volgare) che si sarebbe poi rivelata nettamente inferiore alla realtà, se è vero che il salvataggio delle banche, di cui Anglo Irish era la più importante, è costato ai contribuenti irlandesi 30 miliardi. I due ridono ripetutamente del termine utilizzato: «Un prestito ponte - dice Bowe - dunque, dunque...un ponte finché non potremo rimborsarlo. Cioè: mai».

In un'altra telefonata Drumm esorta i colleghi ad approfittare delle garanzie, purché non si facciano scoprire. Quindi ascolta divertito Bowe canticchiare ironico «Deutschland Deutschland über alles», perché dalla Germania, grazie alle garanzie, continuavano ad affluire depositi, come peraltro dalla Gran Bretagna.

La diffusione dei nastri ha sollevato un vespaio in Irlanda, ma rischia anche di danneggiare gli sforzi del governo in sede europea per ottenere una ricapitalizzazione retroattiva degli istituti tramite il fondo Esm, in modo da ridurre il debito. Considerando che la Germania è tra i Paesi più riluttanti a concederla, certamente le registrazioni non gioveranno alla causa.

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