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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 11:43.

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Nelson Mandela in vita grazie a un respiratore. Obama al suo capezzale

Potrebbero essere le ultime ore di Nelson Mandela, il leader della rivolta contro l'apartheid in Sudafrica, considerato «idolo» da Obama, attaccato ora alle macchine che gli permettono di respirare. Nelle ultime ore si è parlato di un «miglioramento» delle condizioni cliniche, segno che Madiba, come Nelson Mandela è chiamato nel suo clan, lotta ancora. La figlia maggiore Makawize ha criticato l'eccessiva intrusità dei media internazionali, definendoli «avvoltoi», per aver violato morbosamente la privacy di suo padre, ricoverato in ospedale in condizioni sempre più critiche. «La stampa internazionale si comporta, per noi familiari, come avvoltoi che bramano che il leone finisca di divorare il bufalo, aspettando di lanciarsi sulla carcassa» dice la figlia Makaziwe Mandela all'emittente tv Sabc.

Ma il Sudafrica si prepara alla morte del suo ex presidente e Nobel per la pace. «Ho annullato la mia visita in Mozambico per poterlo vedere e parlare con i medici. È molto meglio oggi di quanto lo fosse quando l'ho visitato ieri sera» si legge in un comunicato del presidente Jacob Zuma. Il clan dei Mandela, intanto, ha dato inizio a dei riti tribali sepolcrali a Qunu, nella provincia del Capo orientale, dove ha sede la casa colonica e la tomba di famiglia dei Mandela. «Sappiamo che sta morendo, ma non riusciamo ancora a vedere le nostre vite senza di lui. È stato di grande ispirazione e ha contribuito a tenere unita la famiglia», ha dichiarato Balizulu, il capo villaggio di Qunu.

La respirazione assistita a cui è sottoposto Mandela - secondo quanto dichiarato oggi dai familiari - è una tecnica medica a cui si ricorre per aiutare i pazienti con difficoltà respiratorie. «Non è troppo aggressiva e può aiutare a superare una fase critica», ha spiegato all'Afp il gerontologo francese Olivier Henry. «Abbiamo già visto questo tipo di paziente ristabilirsi. Ma nel suo caso, si tratta di una condizione che dura da un po' e ci sono altri elementi che sono il sistema immunitario e le problematiche a livello polmonare», afferma ancora Henry. «La sua età, la sua storia polmonare sono fattori che fanno prevedere un pronostico negativo», sottolinea Henry. «Ci sono delle cicatrici da tubercolosi e un polmone invecchiato. Una qualsiasi infezione polmonare a questa età è potenzialmente molto grave, se non mortale», prosegue il medico.

Intanto il presidente Obama è arrivato ieri sera in Senegal, prima tappa del suo viaggio in Africa, che nei prossimi giorni lo porterà anche in Sudafrica e Tanzania. È previsto che oggi Obama incontri il presidente Macky Sall, nella capitale Dakar. Poi si sposterà nell'isola di Gore'e, da dove in passato migliaia di africani furono portati negli Stati Uniti e ridotti in schiavitù. Il tour africano di Obama durerà quasi una settimana e domani il presidente Usa arriverà a Johannesburg. «Mandela è uno dei miei eroi, ma non sono il solo a pensarla così. Dopo la tappa in Senegal, Obama dovrebbe raggiungere proprio il Sudafrica, ma la visita è in dubbio a causa delle gravi condizioni in cui versa in ospedale Nelson Mandela. «Mandela è uno dei miei eroi e quando ci lascerà, la sua eredità durera per secoli», ha aggiunto Obama.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha dichiarato che tutto il mondo sta pregando per Nelson Mandela, «uno dei giganti del XX secolo». «I nostri pensieri sono per Nelson Mandela, ha detto Ban Ki-moon, la sua famiglia e i suoi cari, tutti i sudafricani e le genti che nel mondo intero si sono ispirate dalla sua rimarchevole vita e dal suo esempio per «un avvenire migliore per tutti gli africani».

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