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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 06:40.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
Riuniti nell'ultimo Consiglio europeo prima della pausa estiva, i 27 leader dell'Unione europea dovrebbero approvare oggi a Bruxelles un nuovo piano di investimenti per aiutare anche il rifinanziamento delle piccole e medie imprese, soprattutto del Sud Europa. L'intero pacchetto, cui si aggiungeranno misure per lottare contro la disoccupazione giovanile, dipende però dal prossimo bilancio comunitario 2014-2020, ancora oggetto di difficili trattative tra i governi nazionali e il Parlamento europeo.
«Vorremmo che i paesi membri si mettano d'accordo su una delle opzioni che sono state presentate nel recente rapporto congiunto della Commissione e della Banca europea per gli investimenti - ha detto ieri sera il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso a un gruppo di giornalisti a Bruxelles -. Abbiamo ottenuto un aumento di capitale della Bei. Importante è ora garantire che questo nuovo investimento arrivi alle imprese».
Barroso ha aggiunto: «Non mi aspetto decisioni tecniche, che saranno finalizzate dai ministri delle Finanze, ma sarebbe bene che ci fosse un accordo dei leader sulle varie possibilità che prevedono un effetto leva dei fondi strutturali». Distribuita giovedì nelle 27 capitali, la relazione di 18 pagine propone tre diverse opzioni che attraverso un meccanismo di leva finanziaria creerebbero occasioni di prestiti rispettivamente per 55-58, 65 e 100 miliardi di euro.
Il Consiglio europeo, che inizierà questo pomeriggio e terminerà domani alla fine della mattinata, deve occuparsi nella sua prima parte della situazione economica e poi della riforma dell'unione monetaria, tra cui la nascita di una unione bancaria. Sul fronte economico, i 27 presenteranno anche una serie di misure per lottare contro la disoccupazione giovanile, attraverso aiuti per sei miliardi di euro.
«Tutto ciò che stiamo preparando dipende in larga misura dai fondi europei - ha avvertito però Barroso -. Voglio quindi ancora una volta fare un appello al Consiglio e al Parlamento perché facciano un ultimo sforzo per raggiungere un compromesso sul futuro bilancio comunitario 2014-2020. Importante è che venga approvato il più velocemente possibile in modo che i programmi di cui stiamo parlando possano entrare in vigore fin dal 1° gennaio 2014. È essenziale per la credibilità di tutto questo pacchetto che spero venga approvato domani (oggi per chi legge, ndr)».
Da settimane ormai il bilancio comunitario è bloccato. Approvato in febbraio dal Consiglio europeo, è oggetto di accese trattative con il Parlamento che ha potere di veto. Un accordo preliminare tra le parti è stato trovato negli scorsi giorni, ma è stato bloccato da deputati soprattutto del centro-sinistra. Questa mattina si terrà sulla questione un incontro a tre fra Barroso, il presidente del Parlamento Martin Schulz e il presidente di turno dell'Unione, l'irlandese Kenny Enda.
L'Assemblea di Strasburgo vuole che il bilancio comunitario preveda clausole che permettano di rivedere l'ammontare delle poste ogni anno, nel caso spostando denaro da un portafoglio all'altro. La questione è delicata perché proprio queste poste di bilancio sono state oggetto difficilissimi negoziati diplomatici tra i 27, tutti con diversi interessi nazionali. Qui a Bruxelles ieri sera c'era pessimismo sulla possibilità di un accordo questa settimana, ma ottimismo per una intesa relativamente a breve.
beda.romano@ilsole24ore.com
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Quattro pilastri per l'unione bancaria
VIGILANZA UNICA Il traguardo
Trasferire alla Banca centrale europea i poteri di vigilanza sugli istituti di credito. A dicembre, Mario Draghi aveva detto che sarebbe stato fattibile in un anno.
Il cammino
A dicembre, i leader della Ue hanno raggiunto un'intesa, senza però trovare l'accordo sul competenze e poteri della nuova Authority.
La Commissione europea avrebbe voluto ricomprendere sotto il suo ombrello tutti gli istituti di credito dell'Eurozona, ma per effetto delle resistenze tedesche, l'Authority vigilerà solo sulle 200 banche più importanti.
Nonostante le rassicurazioni di Draghi, la partenza della vigilanza unica continua a slittare. Non se ne parlerà prima della metà del 2014, ma eventuali ritardi nel processo di approvazione da parte dell'Europarlamento potrebbero rimediare tutto alla fine dell'anno prossimo.
STATO DI ATTUAZIONE
MEDIO

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