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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 21:57.

Un ispettore del ministero dell'Interno egiziano è stato ucciso da un gruppo di uomini armati a el Arish, nel Nord Sinai. Lo riferiscono fonti della sicurezza, spiegando che il generale della polizia Mohamed Hany stava viaggiando a bordo della sua auto quando è stato ucciso. Intanto è di sette morti e di 616 feriti il bilancio complessivo, secondo il ministero della Sanità egiziano, degli scontri fra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi dall'inizio delle violenze mercoledì e che hanno infuocato particolarmente i governatorati del Delta a nord del Cairo e nei quali ha perso la vita ieri un giovane statunitense ad Alessandria.
In seguito a questo incidente il Dipartimento di Stato Usa ha autorizzato lo staff non essenziale e le loro famiglie a lasciare il paese e ha messo in guardia i cittadini americani a non venire in Egitto se non per viaggi assolutamente necessari. In mattinata una quarantina di persone dello staff della sede diplomatica di Washington si è imbarcata al Cairo su un volo per Francoforte.
Questa sera, inoltre, un ispettore del ministero dell'Intero egiziano è stato ucciso da un gruppo di uomini armati a el Arish, nel Nord Sinai. Lo riferiscono fonti della sicurezza, spiegando che il generale della polizia Mohamed Hany stava viaggiando a bordo della sua auto quando è stato ucciso.
Obama «preoccupato»
Il presidente americano Barack Obama ha espresso la sua preoccupazione per l'evolversi della situazione in Egitto e ha rivolto un appello al presidente islamista Mohamed Morsi a comportarsi in modo «più costruttivo». «Seguiamo la situazione con preoccupazione», ha dichiarato oggi Obama durante una conferenza stampa a Pretoria, in Sudafrica, precisando che il governo americano ha preso misure per garantire la sicurezza dell'ambasciata, dei consolati e del personale diplomatico.
Manifestazioni per chiedere le dimissioni di Morsi
Dunque, è di nuovo caos in Egitto, alla vigilia del 30 giugno, la giornata del primo anniversario di presidenza di Mohamed Morsi e che movimenti e opposizioni vorrebbero segnasse l'inizio della fine del regno dei Fratelli musulmani.
La situazione rimane di tensione anche se non si sono verificati nuovi scontri nella notte. Il Cairo - che ieri è stata relativamente tranquilla, anche se sono state denunciati cinque casi di aggressioni contro donne in piazza Tahrir - si prepara alla grande manifestazione di domani per chiedere le dimissioni di Morsi. I sit-in sono proseguiti in piazza Tahrir, degli anti Morsi, e davanti alla moschea di Rabaa el adaweya, dei pro. Cresce il numero di tende davanti al palazzo presidenziale di Ittahadeya, dove domani confluiranno sette grandi marce organizzate dal movimento Tamarod (Ribelli), che da oltre un mese raccoglie firme per chiedere le dimissioni di Morsi. Gli incidenti sanguinosi di ieri hanno spinto al Azhar a lanciare l'ennesimo allarme sui rischi di una «guerra civile». Gli incidenti, ha sottolineato, suonano come «un campanello d'allarme per la catastrofe».
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