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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 18:37.

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(Reuters)(Reuters)

Un passo cruciale per la diversificazione delle forniture di gas dell'Europa, ma pur sempre un primo passo. La scelta della Trans Adriatic Pipeline (Tap) - gasdotto che sfocerà in Italia - come rotta per portare il gas azero in Europa è stata celebrata così a Baku. La cerimonia nella capitale dell'Azerbaijan era stata privata dell'effetto sorpresa dall'austriaca Omv, maggiore azionista del rivale Nabucco West, che già mercoledì aveva annunciato in anticipo la sconfitta. Quest'ultima pipeline non è stata data per morta, né dagli azeri né dal consorzio a guida Bp che sta sviluppando il giacimento di Shah Deniz. «In futuro ci sarà posto per due gasdotti», ha dichiarato Rovnag Abdullayev, presidente della locale compagnia estrattiva Socar. L'Azerbaijan, con riserve di gas per oltre 3mila miliardi di metri cubi, verso la fine del decennio porterà quasi certamente sul mercato nuove importanti forniture. E la destinazione finale sarà, ancora una volta, il Vecchio continente.

La scelta di Tap - salutata dal presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso come «una pietra miliare nel rafforzare la sicurezza energetica della Ue» - è dunque solo l'inizio di un processo che sarà ancora lungo e complesso. Il costo per sviluppare e trasportare ai mercati finali le forniture di gas azero supera 40 miliardi di dollari. Inoltre, sia il gasdotto verso l'Italia sia la Tanap, che percorrerà la tratta turca, devono essere costruiti da zero. Con difficoltà che non sono ancora state superate del tutto.

La Tap ad esempio manca tuttora delle autorizzazioni per l'approdo sulle coste pugliesi. E non è scontato che l'Italia riesca a potenziare la rete interna in modo sufficiente a consentire di riesportare i 10 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi che riceverà dal 2019.

I promotori del progetto si mostrano comunque fiduciosi, se non altro perché - come ha ricordato Al Cook, vicepresidente di Bp - la domanda per il gas azero è fortissima. «Le prenotazioni ricevute dal consorzio esprimono richieste triple rispetto alla capacità del gasdotto. In Italia ci sono inoltre potenziali clienti di oltre 5 Paesi diversi. Ci aiuteranno loro a raggiungere l'obiettivo di portare fuori il gas».

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