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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2013 alle ore 16:16.

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Emilio RivaEmilio Riva


La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Emilio Riva e altre tre persone nell'ambito di una inchiesta su una presunta frode fiscale operata dall'Ilva per 52 milioni di euro. L'imprenditore è indagato in qualità di rappresentante legale e firmatario della dichiarazione fiscale della Riva Fire, nonché di rappresentante legale e firmatario della dichiarazione fiscale dell'Ilva. Gli altri indagati, per cui il procuratore aggiunto Francesco Greco ha chiesto il processo, sono Mario Turco Liveri, in qualità di responsabile finanziario del Gruppo Riva, Agostino Alberti, componente del cda e responsabile fiscale del Gruppo Riva, e Angelo Mormina, per la sua carica di managing director di Deutsche Bank (filiale di Londra).

L'accusa nei loro confronti è la violazione dell'articolo 3 della legge 74/2000. Nel dettaglio, «al fine di evadere le imposte sui redditi, sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie e avvalendosi di mezzi fraudolenti idonei a ostacolarne l'accertamento (consistenti nella contabilizzazione di un'operazione apparentemente aleatoria ma in realtà artatamente programmata per realizzare «sicure» perdite «fittizie» in Italia), ponevano in essere una complessa operazione di finanza strutturata, all'unico scopo di consentire alla consolidata Ilva spa l'abbattimento del reddito (modello Unico 2008), mediante l'utilizzazione di elementi passivi fittizi per 158.979.433 euro e conseguentemente per la consolidante Riva Fire spa (modello Cnm 2008), una pari riduzione della base imponibile e un'evasione di imposta Ires pari a 52.463.213 euro», come riportato nel capo di imputazione. (Radiocor)

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