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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2013 alle ore 08:39.

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Italia e Giappone a lezione reciproca di diritto

TOKYO - Italia e Giappone possono imparare molto l'una dall'altro anche nel campo del diritto. È sulla base di questa convinzione che è nata a Tokyo l'AIGDC (Associazione italo-giapponese per il diritto comparato), su iniziativa di un gruppo di studiosi italiani e giapponesi interessati al diritto e alla comparazione giuridica tra i due paesi. L'Associazione ha tenuto il suo primo convegno a Tokyo in una sala messa a disposizione dal direttore dell'Istituto Italiano di Cultura Giorgio Amitrano.

I membri fondatori sono sette: due giovani comparatisti italiani residenti in Giappone (il segretario dell'associazione, Andrea Ortolani, docente all'Università Hitotsubashi di Tokyo e Giorgio F. Colombo, docente all'Università di Nagoya), e cinque esperti giapponesi di diritto italiano (il Presidente dell'associazione, Toshiyasu Takahashi, e i professori Takeshi Matsuda, Masao Kotani, Masaki Sakuramoto, oltre al direttore del centro di documentazione sul diritto italiano presso la biblioteca nazionale del Parlamento giapponese, Jun Ashida).

Le otto relazioni hanno esplorato diverse aree del diritto dei due Paesi, mettendo in luce similarità, differenze ed i numerosi ambiti in cui i due sistemi giuridici possono imparare dall'esperienza dell'altro Paese. Ad esempio, nel diritto penale, il Giappone può imparare dal confronto con l'Italia quali siano i problemi del passaggio dal modello inquisitorio al modello accusatorio (come ha sottolineato Matsuda). Nella procedura penale, al netto del grave problema del sovraffollamento, l'Italia presenta soluzioni coraggiose per dare alla sanzione penale un valore rieducativo diminuendo così la recidiva, ha rilevato Hamai. La giustizia civile italiana è in crisi profonda, ma alcune soluzioni possono trarsi guardando alle procedure conciliative diffuse in Giappone(ha detto Colombo), anche se non sempre tali procedure sono state introdotte in Giappone per portare giustizia: talvolta, come nel caso del danno ambientale, esse hanno avuto come scopo principale quello di controllare la litigiosità e proteggere lo Stato dalle cause presentate dai cittadini(ha rilevato Ortolani).

Questo primo convegno ha suscitato un lusinghiero interesse: un pubblico di specialisti e non, sia italiani che giapponesi, con una rilevante partecipazione di giovani, ha riempito la Sala Puccini dell'Istituto. Grazie anche all'appoggio delle istituzioni italiane in Giappone (ambasciata d'Italia, Istituto di Cultura di Tokyo e Iseas di Kyoto), al sostegno di sponsor privati (Fiat Chrysler Japan) e all'interesse di importanti associazioni ed istituzioni italiane operanti nel campo della comparazione giuridica (la Società italiana per la ricerca nel diritto comparato – SIRD, e il Centro per il diritto comparato e transnazionale di Torino - CDCT), l'associazione conta di dare continuità alla sua attività facendo entrare nel dibattito pubblico tematiche in grado di contribuire al'approfondimento delle relazioni bilaterali.

Sono allo studio, oltre alla pubblicazione degli atti del convegno, e la prosecuzione delle attività sociali con giornate di studio su singoli temi, altre iniziative importanti, come la pubblicazione di un manuale sul diritto italiano in lingua giapponese (sarebbe la prima pubblicazione organica sul sistema giuridico italiano pubblicata in giapponese) e un'opera assai ambiziosa, cioè la pubblicazione di un dizionario giuridico italiano-giapponese. In occasione del convegno è stata tenuta la prima assemblea dell'Associazione, che ha confermato le cariche sociali per i prossimi due anni. Il logo dell'associazione (i contorni della penisola dentro il disco rosso del Sol Levante) è stato creato da Beatrice Zarroli, una giovane designer italiana residente a Kyoto.

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