Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2013 alle ore 15:00.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2013 alle ore 07:35.

My24
ReutersReuters

Ripartire dalle coscienze. Fuggire dall'anestesia del cuore, dalla globalizzazione dell'indifferenza: ciò che è accaduto non si ripeta. «Ho sentito l'esigenza di venire qui a pregare e a risvegliare le nostre coscienze. Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta, non si ripeta, per favore». Con queste parole Papa Francesco ha iniziato l'omelia nella messa che ha celebrato presso il campo sportivo di Lampedusa, davanti a 10mila fedeli. Una visita voluta per ricordare i tanti migranti morti nei viaggi della speranza, circa 25mila persone. «Una tragedia, che è una spina nel cuore», ha sottolineato. Per i morti in mare «Signore, ti chiediamo perdono», ha detto il Papa al termine dell'omelia. E ha aggiunto: «perdono Signore». Si è rivolto ai migranti: preghiamo per chi non c'è più. Preghiamo per gli ultimi.

Il messaggio su twitter: Dio ci giudica da come trattiamo gli immigrati
«Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati. Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i più bisognosi». È il messaggio che Bergoglio ha lanciato su twitter, pochi minuti dopo la celebrazione eucaristica.

Papa Francesco, accompagnato dall'arcivescovo di Agrigento monsignor Francesco Montenegro, si poi é diretto nella parrocchia di San Gerlando, nel centro di Lampedusa, per una preghiera con Don Stefano, il parrocco che nel maggio scorso lo aveva invitato nell'isola. Papa Francesco è ripartito da Lampedusa. L'aereo con a bordo il Pontefice è decollato alle 13.15 con destinazione Roma-Ciampino.Pochi minuti dopo le 15, il Pontefice ha fatto rientro alla Domus Santa Marta, in Vaticano.

«Caino, dov'è tuo fratello?»
L'omelia di Bergoglio è partita dalle domande bibliche: «Adamo, dove sei?» e «Caino, dov'è tuo fratello». «Queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza!», ha spiegato Papa Francesco, facendo riferimento alla tragedia di tanti ultimi che arrivano nell'isola. «Tanti di noi, mi includo anch'io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo», ha continuato il Santo padre, e «non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri». È così, secondo Bergoglio, che «si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito».

Siamo incapaci anche di piangere per le vittime
Poi è stata la volta delle domande. Una di seguito all'altra. A raffica. Tutte pesanti come macigni. Parole che hanno scosso le coscienze. «Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo? Per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie?». Papa Francesco ha rivolto queste domande alla folla di Lampedusa e al mondo intero. «Siamo una società - ha ammesso il Pontefice - che ha dimenticato l'esperienza del piangere, del "patire con": la globalizzazione dell'indifferenza!».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi