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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2013 alle ore 10:27.

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Letta alla Bbc: uno dei problemi italiani? Troppi privilegi e troppi politici

Le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi non influiranno sull'Esecutivo delle larghe intese. Lo chiarisce il presidente del Consiglio Enrico Letta, nell'intervista rilasciata al canale radiofonico Bbc4. E nessun dubbio di "legittimazione democratica" per se stesso come inquilino di Palazzo Chigi (e per il suo esecutivo). Il premier parla anche dei costi della politica e dice: troppi privilegi e troppi politici. In un'altra intervista, anticipata da Europa, per il nuovo numero della rivista dell'Arel Letta affronta il tema della legge elettorale da cambiare: «Il Porcellum é un monstrum che non garantisce né rappresentanza né governabilità. Una vergogna, peraltro a rischio di incostituzionalità, che va superata al più presto. Mi sono impegnato a farlo dinanzi al Parlamento».

Letta: non sono un tecnocrate, abbiamo largo consenso nel Paese
All'intervistatore di Bbc4 che gli chiede se non avverta il rischio di passare più per un "tecnocrate" che un leader politico, il presidente del Consiglio risponde: «Sono molto fiducioso sul futuro perchè abbiamo un largo consenso nel Parlamento e nel Paese».

I problemi della politica italiana? Troppi politici
Un altro punto debole è rappresentato dai costi della politica. «Certo - ricorda Letta - uno dei punti principali del nostro lavoro é quello di mirare alle riforme e uno dei problemi della politica italiana é che ci sono troppi privilegi per i politici, e troppi politici». Si tratta, osserva il presidente del Consiglio, di «un problema di credibilità del sistema politico. Ecco perché - rileva - le riforme che abbiamo avanzato per per cambiare il sistema della politica».

Evitare ogni conflitto di interessi
In occasione della presentazione di un libro sulla vicenda del Banco Ambrosiano, il presidente del Consiglio sottolinea l'esigenza, per chi ha incarichi di Governo, di evitare qualsiasi conflitto di interessi. «Mi sono dimesso dalla guida dell'Arel - ricorda - mi sono dimesso da tutti i miei incarichi, perché quando si svolge un ruolo come il mio penso ci si debba dimettere da ogni incarico ed evitare anche il più lontano dei conflitti di interessi».

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