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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2013 alle ore 13:40.

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Uno svuotamento complessivo e costante di denaro per 15 milioni 376mila 368 euro della Arc Trade srl di Marco Iannilli, costituita appositamente «per ottenere appalti illeciti», tramite Lorenzo Cola - ex consulente "globale" di Finmeccanica - «da Selex Sistemi integrati». Soldi che sarebbero stati dati a prestanome, uno dei quali vicino alla mafia catanese. Esplode uno dei filoni d'indagine della Procura di Roma sul gruppo industriale. Questa mattina militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e del Ros dei Carabinieri, hanno eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare.

Le ipotesi di reato: bancarotta fraudolenta, riciclaggio, fatture false
In manette sono finiti Marco Iannilli, Gianluca Ius, Maurizio Caracciolo, David Romano, Sebastiano Giallongo, Cristian Palmas, Nicola Gargiulo, Roberto Carboni e Massimiliano Damiano. Con loro sono indagati anche Cola, Tommaso Di Lernia (imprenditore soprannominato "il bancomat"), Alessandro Grassi, Stefano Massimi, Angela Grignaffini, Simone Pasquini, Claudio Tinto, Natalia Vieru, Stefano La Porta, Alessandro Amato, Maria Lanzafame, Claudio Albano, Roberto Carboni e Umberto Bruno Mariani. Le società coinvolte, infine, la Suiconsulting srl, Proxy srl, Gklona Trading srl, Adv&Partners srl, Adv Charter srl, Consulenza e finanza srl, Gartime Llc Logistic Consulting, Hardware Software Consultants Srl e Aesseggi srl. Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di bancarotta fraudolenta aggravata, emissione di fatture false per operazioni inesistenti, riciclaggio, sostituzione di valori e intestazione fittizia di beni e valori.

Lo spunto dell'inchiesta nel fallimento Arc trade
L'inchiesta, dei sostituti procuratori Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, parte dal fallimento della Arc Trade dichiarato dal Tribunale di Roma con sentenza del 19 settembre 2012. In particolare, annota il gip Orlando Villoni nell'ordinanza di custodia cautelare, «il presente procedimento costituisce lo sviluppo di altri già in corso ed aventi ad oggetto il sistema di illecite sovrafatturazioni impiegato da alcune società commerciali operanti nel settore delle commesse o dei subappalti assegnati dalla società Selex Sistemi Integrati (gruppo Finmeccanica) e dall'Enav, Ente Nazionale di Assistenza al Volo».

Il coinvolgimento del clan Santapaola
Secondo le indagini «il rilevamento da parte di Iannilli del controllo della Arc Trade era avvenuto, per sua stessa ammissione, al precipuo fine di poter ottenere tramite Lorenzo Cola appalti da Selex». Lo stesso Iannilli, inoltre, «ha già ammesso agli inquirenti il sistematico ricorso alla sovrafatturazione da parte della Arc Trade, delle dimensioni di circa 3 milioni di fatture emesso per il solo anno 2009 da società apparentemente fornitrici quali Emerald, Glokona, Hsc, Proxy per varie finalità, in genere illecite ed in particolare per pagare Lorenzo Cola». Tra queste operazioni, continua il gip, Iannilli è stato «chiamato in prima persona a rispondere di una parte di esse in concorso con Sebastiano Giallongo, legale rappresentante della Suiconsulting srl». Quest'ultimo, inoltre, risulta «formalmente incensurato» ed è stato «presidente di un'associazione culturale operante in Catania, la cui sede è stata sottoposta a sequestro preventivo il 27 febbraio 2004», in un'inchiesta «a carico di Matteo Arena ed altri soggetti accusati di far parte del clan mafioso Santapaola». Inoltre, aggiunge il gip, Giallongo pur mostrando una «capacità reddituale irrisoria» è «titolare di un certo numero di rapporti di conto corrente bancario».
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Dunque, lo schema argomentativo della richiesta del pm è di lineare semplicità: «i titolari delle società che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti della Arc Trade e sono venuti in possesso delle provviste extra contabili per finalità illecite o che comunque ne hanno favorito la creazione, debbono rispondere, oltre che della figura dell'emissione di fatture false per operazioni inesistenti, anche del concorso in bancarotta fraudolenta della Arc Trade, avendo avuto piena consapevolezza dello stabile impiego di tale società per quelle finalità». In posizione di "contorno", invece, «si trovano i fatti qualificabili in termini di riciclaggio, sostituzione di valori e intestazione fittizia di beni e valori». Secondo il gip, infine, gli arrestati avrebbero una «stabile predisposizione a violare reiteratamente normative di carattere tributario e penale».

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