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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2013 alle ore 07:36.

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Appalti Enav: 10 arresti - Quei soldi ai prestanome legati alla mafia catanese

Numerosi arresti e oltre cento perquisizioni sono in corso in tutta Italia da parte dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e dei Carabinieri del Ros, in relazione al fallimento di una società già al centro dell'inchiesta "Enav - Finmeccanica" condotta dalla Procura della Repubblica di Roma. I pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini hanno appurato che la Arc Trade è stata deliberatamente portata al fallimento attraverso un progressivo prosciugamento delle sue risorse finanziarie, impiegate per pagare false fatture emesse da società compiacenti per importi ingentissimi, circa 14 milioni di euro, tanto da determinarne un irreversibile stato di insolvenza e la conseguente bancarotta.

Dieci le persone arrestate per bancarotta, frode fiscale,trasferimento fraudolento di valori. Tra queste, spicca il nominativo di Marco Iannilli, commercialista e titolare della società Arc Trade . Le persone sotto indagine, nel complesso, sono invece 23. Tutto ruota intorno al fallimento della Arc Trade, sollecitato dalla Procura e sancito dal tribunale nel settembre del 2012, ritenuta società su cui giravano flussi finanziari vorticosi poi dispersi in numerosissimi rivoli oggetto di accertamenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e dei carabinieri del Ros.

Tra i reati contemplati nell'ordinanza cautelare dal gip Orlando Villoni, figura anche quello di riciclaggio. Per Iannelli il gip ha disposto la misura del carcere. Il fermo è scattato anche per David Romano, formale amministratore della società, oltre ai cognati di Iannilli, Maurizio Caracciolo e Nicola Gargiulo e il cugino Roberto Caboni, quest'ultimo già arrestato nel 2010 con Iannilli nell'ambito dell'inchiesta «Phuncard-broker».

L'accusa per i parenti di Iannilli è quella di aver concorso nelle operazioni di bancarotta patrimoniale che hanno portato al fallimento l'Arc Trade. Gli altri arrestati sono Gianluca Ius, Simone Pasquini, Cristian Palmas, Massimiliano Damiano e Sebastiano Gianlongo, tutti accusati di aver costituito società fittizie che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti dell'Arc Trade con il fine di svuotarne le casse.

Tra gli indagati compaiono anche Lorenzo Cola e Tommaso Di Lernia. Cola quale «super-consulente» della holding della Difesa, Di Lernia quale titolare della Print Sistem srl, società che come la Arc Trade riceveva in subappalto lavori assegnati alla Selex sistemi integrati spa dall'Ente assistenza al volo. Sono dieci gli arrestati per il fallimento della Arc Trade, operazione condotta da Ros e Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta Enav.

Coinvolto nell'inchiesta per bancarotta anche Alessandro Grassi, consulente del lavoro arrestato dalla Guardia di Finanza a febbraio di quest'anno per avere inscenato, fingendosi funzionario del Fisco, un falso controllo fiscale proprio nei confronti della Print Sistem, inducendo Tommaso Di Lernia a pagare una «tangente» di 750mila euro per ottenere un «ammorbidimento» del controllo. Che, di fatto, risultava del tutto simulato. Nella lista degli indagati figura anche una cittadina moldava, Natalia Vieru: assieme con il cognato di Iannilli, Maurizio Caracciolo, avrebbe costituito una società moldava utilizzata per riciclare circa due milioni di euro sottratti all'Arc Trade attraverso un'operazione commerciale completamente falsa.

Indagati anche i coniugi Angela Grignaffini e Stefano Massimi, accusati di avere dato in affitto un appartamento di loro proprietà a Lorenzo Cola simulando che la locazione fosse con la società fallita, alla quale sono stati addebitati i canoni d'affitto e le spese di ristrutturazione. L'appartamento di trova nel quartiere Parioli, a Roma, dove i due coniugi attualmente gestiscono il ristorante «Celestina».

La nota di Enav: assoluta estraneità ai fatti
In merito alle notizie di stampa relative ad arresti e perquisizioni in corso in tutta Italia, Enav sottolinea in una nota «la propria assoluta estraneità alla vicenda, che coinvolge società e persone con le quali Enav non ha piu' da tempo alcun rapporto».
«'Pur comprendendo l'esigenza giornalistica di fare riferimento alla nota inchiesta 'Appalti Enav' - ha dichiarato l'Amministratore Unico Massimo Garbini - spiace leggere ancora oggi il nome di Enav, un'eccellenza del sistema Paese, associato a notizie di cronaca giudiziaria che non riguardano piu' direttamente la società».

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