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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2013 alle ore 07:08.

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Bonus mobili, frigo e lavatrici «retroattivo». Estensione anche ai televisori? - Vai al dossier

Bonus mobili ed elettrodomestici per gli acquisti dal 6 giugno. Anche se spunta un giallo sulla possibile estensione ai televisori. Lo sconto fiscale del 50% fino a un tetto massimo di spesa di 10mila euro si applica, infatti, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto (quindi il 6 giugno scorso): è quanto precisa l'emendamento al Dl 63/2013 approvato al Senato e ora all'esame della Camera. Di fatto, una "retroattività" per gli elettrodomestici a cui il bonus sta per essere esteso proprio dalla conversione in legge del Dl visto che il testo originario prevedeva solo lo sconto per i mobili.

Resta la condizione di partenza: si accede al bonus solo in presenza di lavori di ristrutturazione nell'immobile che diano diritto alla detrazione del 50 per cento. Ma quali sono gli acquisti ammessi allo sconto fiscale che si spalma lungo dieci periodi d'imposta (dal 730 o da Unico del prossimo anno a quelli del 2014)? L'emendamento passato durante l'esame a Palazzo Madama recita testualmente che la detrazione sempre del 50% riguarda le spese documentate per «l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica». Quindi per riepilogare:

- mobili;

- grandi elettrodomestici non inferiori alla classe A+, come per esempio frigorifero, lavatrice, congelatore, lavastoviglie, lavasciuga;

- forni di classe A.

Giallo sui televisori?
La norma fa riferimento alle apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica. Ed è qui che sorge un possibile giallo sull'estensione anche ai televisori su cui si rende necessario un chiarimento in tempi brevi per non spiazzare le decisioni di acquisto dei consumatori.

I tecnici della Camera precisano, infatti, che «la disposizione dovrebbe essere intesa nel senso di prevedere la detrazione, oltre che per l'acquisto di mobili, anche per l'acquisto di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (per i forni basta la classe A) limitatamente alle apparecchiature dotate di etichetta energetica».

Di fatto, è una lettura che sembra chiudere le porte a una possibile estensione oltre ai grandi elettrodomestici di classe almeno A+ e ai forni almeno di classe A. Allora qual è il problema? Se non prevalesse questa lettura, «sarebbero ricomprese nelle detrazioni per qualsiasi apparecchiatura - si legge testualmente nel dossier che accompagna l'atto Camera del Ddl di conversione - per la quale sia prevista l'etichetta energetica (ad esempio televisori, lampade)».

Ecco perché il servizio studi di Montecitorio si spinge a chiedere «chiarimenti al Governo» a tal proposito.

I pagamenti
Non ci sono solo questi aspetti a cui fare attenzione. L'accesso al bonus mobili ed elettrodomestici richiede necessariamente il bonifico parlante così come ha già precisato l'agenzia delle Entrate. Nel pagamento allo sportello bancario o postale (o anche tramite home banking) bisogna indicare:
a) la causale del versamento attualmente utilizzata dalle banche e da Poste italiane
per i bonifici relativi ai lavori di ristrutturazione fiscalmente agevolati;
b) il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
c) il numero di partita Iva ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il
bonifico è effettuato.

Le possibili modifiche
Sul fronte del cammino parlamentare non è detto però che il cammino di conversione del decreto si esaurisca alla Camera. Anzi è ipotizzabile un terzo passaggio al Senato. Il decreto «presenta criticità» sul versante delle coperture come ha precisato la co-relatrice del provvedimento per la commissione Finanze della Camera, Silvia Fregolent (Pd), al termine della seduta congiunta con la commissione Attività produttive che ha dato il via al testo gapprovato dal Senato.

È emerso l'orientamento unanime di modificare la parte di copertura basata sull'inasprimento Iva sui prodotti editoriali perché, sottolinea la Fregolent, «è già in difficoltà» e si rischia così di colpire anche testi scolastici e culturali. Nel corso della seduta sono emerse perplessità anche sull'aumento dell'imposta sui distributori automatici. Altro fronte aperto a ritocchi è quello delle ristrutturazioni antisismiche ammesse al beneficio fiscale in prima lettura per i quali si punta a una «migliore definizione».

Il calendario
Questo di fatto comporterebbe un ritorno a Palazzo Madama prima del via libera definitivo: il decreto deve essere convertito entro il 3 agosto. Il termine per la
presentazione degli emendamenti è stato intanto fissato alle 19 di lunedì 15 luglio, con la conclusione dell'esame nelle Commissioni previsto per giovedì 18 (al massimo venerdì 19) e l'arrivo in Aula atteso per il 22 luglio.

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