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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2013 alle ore 12:13.

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Come si dice tangente in ungherese? Scopritelo sottobanco

Il linguaggio della corruzione è universale e sempre più ricco di espressioni che attingono da metafore culinarie che lievitano di anno in anno. Secondo gli indicatori appena pubblicati dalla Ong Transparency International più di metà della popolazione mondiale ritiene che il livello di corruzione nei loro paesi sia aumentato nel corso degli ultimi due anni e il 27% degli intervistati rivela di aver pagato una tangente alle istituzioni pubbliche. Due studiosi della prestigiosa Università di Oxford, David Henig e Nicolette Makovicky, hanno dunque pensato, vista la crescita del fenomeno, che un database online poteva essere un utile strumento linguistico e sociologico per descrivere clientelismo, abuso d'ufficio, tangenti.

La trattativa sotto il tavolo
I due professori, come racconta la Bbc, hanno scoperto che le espressioni radicate nella società per scambiarsi favori da Kinhasa a Parigi sono molto simili e avvengono "sopra e sotto il tavolo". La frase «Under the table» (per noi sottobanco) viene usata nei paesi anglosassoni ma anche in francese ("dessous de table"), farsi ("zir-e mize") e svedese ("pengar under bordet"). In Ungheria viene adottato il detto "kenepenz" che noi tradurremo con oliare gli ingranaggi. Più esplicite invece le espressioni usate in terre russe ("polozhit na ladon" or "dat na lapu") che indicano l'azione di mettere dei soldi nelle mani di qualcuno per agevolare le procedure.

Mi offri un caffettino?
In Brasile la tangente si dissimula in un un cafezinho (una tazzina di caffé), in Costa d'Avorio la polizia preferisce invece l'espressione "offrimi qualcosa da bere" (pourboire) quella utilizzata in Swahili "kitu kidogo" indica sempre invece qualcosa di piccolo. In Afghanistan e in Iran la tangente è "poul-e-cha", che significa "i soldi per un tè da bere insieme" oppure si usano modi di dire per indicare la mancetta da dare ai bambini. L'importante è minimizzare il gesto corruttivo.

Tangentopoli
Il nostro Paese che, secondo il Transparency International's Global Corruption Barometer, ha un indice di corruzione che si attesta al 5% ma la cui popolazione pensa che l'89% dei politici sia corrotto o corruttibile, ha il primato di aver coniato la parola per indicare l'estensione della pratica della bustarella: tangentopoli.

La scatola del Nokia
In Ungheria invece la formula per dirlo è "Nokia doboz". Divenne il simbolo di corruzione nel 2010 quando emerse lo scandalo che vedeva coinvolti il capo dell'Azienda di trasporto pubblico, Zsolt Balogh che dichiarò di aver omaggiato di 15 milioni di fiorini in contanti il vice sindaco di Budapest, Miklos Hagyo, dentro la scatola di un telefonino Nokia. Da allora, la "scatola del Nokia" è diventato anche l'unità di misura per una mazzetta circa 65.000 dollari, cioè il contante trovato dentro la confezione.


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