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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2013 alle ore 16:18.

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Nyt: «L'Italia traballa, terreno fertile per chi cerca l'affare. Investitori esteri, non perdete l'occasione»

Investitori di tutto il mondo, non lasciatevi scappare l'occasione dell'Italia. Il Belpaese è "terreno fertile" per chi fa affari. Il New York Times online rilancia l'idea di Quentin Webb, opinionista di Reuters Breakingviews: nonostante tutti i suoi guai, anzi proprio per questo, è il momento di investire in Italia. Perché, badate bene, le imprese italiane "eccellono" in vari campi, dalla moda all'ingegneria.

La stato "traballante", perfino "rischioso", del Paese "non è un ostacolo insormontabile per l'investimento estero". Gli stranieri "devono solo trovare il modo di persuadere gli ‘stagionati' imprenditori italiani a mettersi intorno a un tavolo".

"Nessuno nega che lo scenario è fosco", ammette Webb. L'Italia sta attraversando la più lunga recessione del dopoguerra, il suo Pil scenderà quest'anno dell'1,8% secondo l'Fmi ed è in corso una brutta stretta creditizia. Burocrazia e corruzione sono "grattacapi perenni". E la fragilità della coalizione di governo rende le politiche "imprevedibili".

Non c'è da stupirsi, quindi, se il business di fusioni e acquisizioni va a rilento. Nel 2013, fa notare l'editorialista, gli accordi italiani hanno rappresentato appena lo 0,5% delle operazioni M&A transnazionali, circa la metà della media degli ultimi anni.

Gli stranieri "stanno perdendo l'occasione", avverte Webb. "I migliori affari sono spesso quelli controcorrente". L'Italia, osserva, produce aziende leader nel campo dei beni di consumo e di lusso, nell'ingegneria hi-tech e nell'industria manifatturiera. Basta pensare a Prada, Ferrero, Ducati. E "le difficoltà del Paese dovrebbero contribuire a far scendere i prezzi".

Dal punto di vista di un outsider, continua l'opinionista, è un vantaggio che molte imprese siano a conduzione familiare, a corto di capitali e piuttosto "provinciali". Un bravo acquirente straniero, che sia una "blue-chip" o una società di acquisizioni, potrebbe aiutarle a espandersi all'estero, lontano dai travagli e dall'endemica debolezza della crescita italiana.

Il grosso ostacolo sta nel persuadere i "padroni" italiani a vendere. Molti sono in età da pensione, "ma vogliono mantenere il controllo". Alcuni preferirebbero raccogliere fondi con una quotazione in Borsa, "se solo i mercati fossero abbastanza positivi".

Webb consiglia di essere "pazienti" e "gentili". Cita l'abbraccio di Lvmh a Loro Piana: i fratelli che vendono ottengono un prezzo pieno, mantengono una quota di minoranza e le loro qualifiche alla guida dell'azienda.

Secondo l'opinionista, le operazioni complesse offrono un altro percorso, in particolare per gli investitori finanziari. "Un investimento di minoranza adesso potrebbe accompagnarsi alla possibilità di comprare di più dopo, o di far cassa con un'offerta di azioni". Conclusione: "Magari ci vuole creatività, ma vale la pena visitare l'Italia, e non solo come turisti".

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