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Questo articolo č stato pubblicato il 17 luglio 2013 alle ore 18:30.

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La prima domanda per il premier: che cosa farą per la fuga dei cervelli?

LONDRA - Caro primo ministro, Londra é piena di italiani giovani e di talento che si sono trasferiti qui per trovare lavoro. Cosa pensa di fare il suo Governo per fermare questa fuga di cervelli? Questa la prima domanda che Enrico Letta, in visita ufficiale nella capitale britannica, si é sentito rivolgere. Ad avere il coraggio di farla é stata Maria Agnese Strizzolo, un'italiana che vive a Londra da sei anni e, come tanti suoi coetanei, non ha alcuna intenzione di tornare in patria.

Letta ha risposto che la fuga di cervelli e la disoccupazione giovanile sono prioritį del suo Governo e che il programma "Destinazione Italia" che verrį lanciato in settembre punta proprio ad attrarre investimenti stranieri verso l'Italia, rilanciare la competitivitį del Paese e di conseguenza creare posti di lavoro e opportunitį che con il tempo potranno convincere molti giovani espatriati a tornare. Allo stato attuale l'Italia attrae un quarto degli investimenti stranieri della Gran Bretagna e metį della Gran Bretagna. "Bisogna cambiare questa situazione," ha detto il premier con chiarezza.

Secondo i dati ufficiali dell'Anagrafe Residenti Italiani Estero (Aire) lo scorso anno gli espatriati tra i 20 e i 40 anni sono stati 35.453, ma la stima ufficiosa é di almeno 70mila, dato che moltissimi italiani mantengono la residenza in Italia e pur vivendo a Londra non si iscrivono all'Aire. La capitale britannica negli ultimi anni é stata una calamita per i ragazzi italiani scoraggiati dalla mancanza di opportunitį e dai livelli di disoccupazione giovanile in Italia.

La storia di Maria Agnese é emblematica di come , anche in un periodo di crisi e recessione in Gran Bretagna, chi vale e sa farsi valere possa riuscire a trovare un lavoro che va ben oltre quello di cameriere o commessa. Laureata a Trieste, sbarcata a Londra per un Master, dopo averlo completato é rimasta a Londra «soprattutto per la certezza che in Italia non avrei avuto alcuna opportunitį». I primi tempi non sono stati facili: «Ho fatto tanti lavori diversi, arrangiandomi con contratti a breve termine, spesso facendo due lavori, uno per pagare l'affitto e le bollette e un altro per passione».

Dopo qualche tempo é stata assunta da Alfred Dunhill, il gruppo del lusso britannico, per curare i rapporti con i rivenditori all'ingrosso all'estero. Dopo due anni e mezzo di lavoro alla Dunhill la Strizzolo ha iniziato a organizzare eventi per il partito conservatore, e questo ha portato all'incarico attuale che ha in Parlamento come assistente di Robert Halfon, un deputato Tory. In pochi anni, questa giovane italiana é passata da lavori saltuari al cuore della politica a Westminster.

«Non sono sola», - racconta. «Conosco tanti giovani italiani che lavorano a livello alto nella finanza, nella moda e in altri settori. Qui a un'etį tra i 20 e i 35 anni trovano opportunitį che in Italia forse potrebbero avere solo dopo i 40 anni. La mentalitį é aperta, e lavorare sodo viene ripagato». Maria Agnese non conosce nessuno che abbia intenzione di tornare in Italia, ma é rimasta comunque soddisfatta della risposta e dell'impegno preso dal primo ministro. «Mi sembra molto positivo che il Governo si renda conto dell'importanza di questo problema e stia cercando di risolverlo», spiega. «Qui a Londra Letta ha la reputazione di persona seria, capace e preparata e spero riuscirį a realizzare i suoi progetti. Intanto peró io resto a Londra e aspetto».

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