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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 19:00.
L'ultima modifica è del 18 luglio 2013 alle ore 16:51.

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Dl «del fare», si profila fiducia alla Camera - Video - Vai al dossier

Non in previsione fino a pochi giorni fa, ora alla Camera si comincia a parlare di ricorso alla fiducia per il decreto legge del fare. Le ultime modifiche al calendario d'Aula, che hanno portato l'avvio della discussione generale prima a venerdì e infine a lunedì prossimo, da lunedì scorso com'era originariamente, comprimono infatti significativamente i tempi. Tantopiù considerando che il decreto conta 86 articoli e nelle Commissioni sono stati presentati oltre duemila emendamenti e che le sole proposte di modifica segnalate dai gruppi sono ammontate a 420.

Intanto procede a rilento l'esame del decreto legge nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali. I due relatori e presidenti di commissione, Francesco Sanna e Francesco Paolo Sisto, sono riuniti dalle 14 con il governo e la maggioranza per trovare soluzioni ad alcuni punti su cui non c'è accordo. Contrasti sono sorti sull'articolo in materia di urbanistica che permette le ristrutturazioni edilizie con modifica della sagoma dell'edificio con procedure semplificate anche nei centri storici, voluta dal ministro Maurizio Lupi ma su cui c'è un emendamento dei relatori in senso contrario. Altri nodi da sciogliere sono l'energia, le infrastrutture, l'utilizzo dell'8 per mille dello Stato, i documenti sanitari elettronici nonché la proroga di un anno dell'entrata in vigore dell'obbligo di assicurazione per il personale sanitario. L'appuntamento per la prossima seduta è attualmente fissato per le 20,30, con la prospettiva di una nuova riunione notturna.

Emendamento relatori: anticipo del 10% per appalti pubblici
Per gli appalti pubblici affidati con gare bandite dopo la conversione in legge del Dl fare, «in deroga ai vigenti divieti di anticipazione del prezzo, é prevista la corresponsione in favore dell'appaltatore di una anticipazione pari al 10 per cento dell'importo contrattuale». Lo prevede un emendamento dei relatori presentato nelle commissioni. La norma vale fino al 31 dicembre 2014.

Più semplice trasferimento immobili Stato a enti territoriali
Più semplice il trasferimento di immobili dello Stato, a titolo non oneroso, a Regioni ed enti locali. È l'obiettivo di un emendamento al decreto, depositato in serata nelle commissioni. La proposta di modifica snellisce le procedure dell'operazione prevista da un Dlgs del maggio 2010 e stabilisce, tra l'altro, che «dal primo settembre 2013, i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni che intendono acquisire la proprietà dei beni statali» che possono essere dismessi «presentano all'Agenzia del demanio, entro il termine perentorio del 30 novembre 2013, con le modalità tecniche da definire a cura dell'Agenzia medesima, una richiesta di attribuzione», specificando «le finalità di utilizzo e indicando le eventuali risorse finanziarie preordinate a tale utilizzo». L'Agenzia risponderà entro due mesi.

Il Governo è stato battuto su un emendamento per il Parco minerario Sardegna. Nonostante il parere favorevole, concesso in sintonia con quello dei relatori, è stato infatti respinto un emendamento per il trasferimento delle competenze sul Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna al ministero dello Sviluppo economico. La votazione espressa in difformità alla posizione dell'Esecutivo ha riguardato, secondo quanto riferito da partecipanti alla seduta, una proposta di modifica presentata da Francesco Sanna (Pd). La resistenza dell'opposizione avrebbe poi impedito alla maggioranza di rimediare allo svarione, frutto forse di un momento di disattenzione nel susseguirsi di votazioni dei numerosi emendamenti presentati.

In mattinata le commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera hanno votato gli emendamenti a diversi articoli, ma accantonandone molti, che si affiancano agli altri che hanno avuto a stessa sorte nei giorni scorsi. È stato approvato, in particolare, un emendamento a firma del deputato del M5S, Girolamo Pisano, che abolisce la responsabilità solidale negli appalti privati. La responsabilità decade nel caso in cui l'appaltatore accerti che il subappaltatore sia in regola con gli adempimenti fiscali richiedendo all'Agenzia delle Entrate, per via telematica, il Documento unico di regolarità tributaria (Durt), in cui è assorbito il Durc.

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