Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 11:59.

My24
(LaPresse)(LaPresse)

Napolitano blinda il Governo di larghe intese. E lo fa alla vigilia del voto al Senato sulla mozione di sfiducia richiesta da M5s e sel nei confronti del vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano, per la gestione del caso kazako. «Si può mettere a repentaglio la vita di questo paese impegnato in un ben definito programma di riforme?» Per il presidente della Repubblica, la risposta è senz'altro no, perchè «I contraccolpi sui mercati sarebbero immediati e sarebbero irrecuperabili». È questo uno dei passaggi chiave - insieme all'impropria sovrapposizione del processo Mediasetcon le sorti del Governo, la gestione del caso Ablyazov da parte del Governo e il caso degli insulti leghisti al ministro per l'Integrazione - del discorso del Capo dello Stato in occasione alla tradizionale cerimonia di consegna di un ventaglio da parte dell'Associazione stampa parlamentare in vista della chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva.

«Quest'anno - rileva Napolitano - non ci si può aspettare da me un bilancio dei fatti politici avvenuti dal nostro ultimo incontro nel luglio 2012», perché quello iniziato l'estate scorsa é «uno dei periodi tra i più intensi e inquieti della storia politica dell'Italia repubblicana, con svolte, momenti di tensione e persino rischi di paralisi nella vita pubblica, senza precedenti». In Italia - sottolinea - c'è «un serio pericolo di declino», chiedendosi se «riusciremo a portare via via il nostro sistema produttivo e istituzionale all'altezza delle sfide che espongono il paese».

In questo scenario dai risvolti drammatici, il discorso di Napolitano blinda di fatto l'azione dell'Esecutivo: «È indispensabile proseguire nella realizzazione degli impegni del governo Letta, sul piano della politica economica, finanziaria, sociale, dell'iniziativa europea, e insieme del cronoprogramma di 18 mesi per le riforme istituzionali», senza dimenticare che la premessa, ad aprile scorso, aggiunge difendendo le scelte del Colle all'esito delle ultime elezioni Politiche, «era dare al paese un governo per non lasciarlo scivolare in convulsioni destabilizzanti».

Napolitano torna sul tema anche in chisura del suo discorso, e con parole mai così nette invita «coloro che lavorano su ipotesi arbitrarie» a «non contare su decisioni che spetterebbero al presidente della repubblica». Senza giri di parole, il presidente invita dunque la politica a non tentare scorciatoie: «non ci si avventuri a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica ha reso obbligato e sottovalutando le conseguenze che ciò avrebbe sul paese».

Uno dei capitoli più attesi del discorso tocca le possibili ripercussioni politiche delle vicende giudiziarie del leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, un fronte che Napolitano affronta di petto sollecitando una netta separazione delle sorti del governo da quelle processuali dell'ex premier: «Si sgombri il terreno da sovrapposizioni improprie, come quelle tra vicende giudiziarie dell'on. Berlusconi e prospettive di vita dell'eventuale governo». «Dovrebbe riconoscersi - prosegue Napolitano - che è interesse comune affidarsi con rispetto, senza pressioni né in un senso né nell'altro, alle decisioni della Corte di cassazione, e fidarsi correttamente, chi ha da difendersi all'esercizio dei diritti e delle ragioni della difesa».

Da sempre, la cerimonia diventa l'occasione per fare il punto sulla situazione politica, quest'anno quanto mai ingarbugliata, viste le fibrillazioni che caratterizzano il Governo di larghe intese alla luce degli ultimi sviluppi del "giallo kazako". Anche su questo fronte, Napolitano sfodera toni decisi che testimoniano la preoccupazione del Colle per le modalità con cui il caso è stato gestito dai ministeri interessati. Sul caso Shalabayeva sottolinea Napolitano, «Occorre sgombrare il campo egualmente da gravi motivi di imbarazzo e di discredito per lo Stato e dunque per il Paese, come quelli provocati dall'inaudita storia della precipitosa espulsione dall'Italia della madre Kazaka, della sua bambina, sulla base di una sedicente e distorsiva rappresentazione del caso», provocata, tra l'altro, da una «pressione di interferenza» inammissibile «da parte di qualsiasi diplomatico straniero». Da qui, l'affollarsi di quanto mai inopportuni «interrogativi sul modo di garantire pienamente diritti fondamentali di persone presenti a qualsiasi titolo nel nostro Paese».

Auspicabile, quindi, secondo Napolitano , a fronte di «Norme di condotta e catene burocratiche» che «hanno messo in serie difficoltà l'esecutivo», la riforma delle procedure annunciata il governo. Di fatto, le parole scelte dal presidente costituiscono un puntello ulteriore per la tenuta dell'Esecutivo, che ha «opportunamente deciso» di sanzionare i comportamenti di alcuni funzionari che «hanno assunto decisioni non sottoposte al necessario vaglio dell'autorità politica e non fondate su verifiche e valutazioni rigorose». Oltre tutto, ricorca ancora il presidente della Repubblica, «anche (ma non solo) per dei ministri é assai delicato e azzardato evocare responsabilità"'oggettive"».

Spazio infine al "caso Kyenge", il ministro dell'Integrazione oggetto di un pesante attacco razzista da parte di Rovberto Calderoli, esponente di punta del Carroccio. Per Napolitano, occorre «levare un argine comune dinanzi all'ingiuria indecente e aggressiva, specie se a sfondo razzista e maschilista e ancor più se pronunciata da chi dovrebbe unire alla dignità personale quella istituzionale».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi