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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2013 alle ore 07:56.

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(Reuters)(Reuters)

E' vero: solo la Svizzera, tra i paesi europei, non finanzia i partiti con soldi pubblici. Il ddl del Governo Letta per lo stop dei fondi statali alla politica arriverà in Parlamento venerdì. E a destra e sinistra si fa notare che rimborsi, contributi e agevolazioni sono diffusi in tutta l'Eurozona, dai 133 milioni annui della Germania in giù. Ma è anche vero che, fuori dall'Italia, i partiti battono cassa se e solo rispondono a una gamma fissa di criteri. Prendendo a esempio tre paesi come Germania, Francia e Regno Unito i distinguo emergonono. A Berlino le sovvenzioni si bilanciano al «crowfunding» tra i sostenitori. A Parigi scattano le sanzioni, e si chiudono i rubinetti, per le liste con poche donne candidate. E a Londra, i fondi statali vanno (quasi) esclusivamente a chi siede tra i banchi dell'opposizione.

Germania

In Germania, i partiti si sovvenzionano con tre canali: quote associative, donazioni private e sussidi statali. Un meccanismo simile a quello italiano, con una differenza di base: il principio di "trasparenza" che presiede per costituzione qualsiasi movimento finanziario da e verso i partiti. I contributi statali, fissati a un tetto massimo di 133 milioni, vengono erogati con due criteri: a) contributo proporzionale rispetto ai voti ricevuti (Wählerstimmen), un gettone di 0,85 centesimi a voto fino ai 4 milioni di schede e di 0,70 a voto dai 4 milioni di schede in poi; b) contributo calcolato sull'autofinanziamento (Zuwendungsanteil), un "surplus" statale di 0,38 euro per ogni euro ricevuto in donazione o a titolo di quota di iscrizione da una persona fisica, senza superare il tetto dei 3.300 euro annui. L'accesso è sbarrato da due soglie minime: i risultati elettorali e la raccolta di fondi. Per quanto riguarda i primi, sono "eleggibili" i partiti che superano la percentuale dello 0,5% di voti nelle elezioni nazionali e del 1% nelle sessioni locali in uno dei 16 Landastag, gli stati federali. Per quanto riguarda i secondi, l'importo totale del finanziamento pubblico non può superare i fondi cumulati con donazioni private, considerati come una certificazione "di fatto" del radicamento sul territorio dei partiti. In altre parole la popolarità effettiva di un partito si rispecchia nelle donazioni, e le donazioni bilanciano in positivo o negativo la "finanziabilità" degli inquilini del Bundestag. Nel 2010, il partito centro-democratico (il Cdu) e quello socialdemocratico (Spd) hanno incamerato da soli finanziamenti pari a due, tre, quattro volte tanto le altre sigle rappresentate nel parlamento di Berlino: dai 42.882.008 euro del partito della Merkel ai 585.162 raggranellati dai "Piraten".

Francia

In Francia, i partiti godono sia del finanziamento pubblico (pari a poco meno di 75 milioni annuali) sia dei rimborsi elettorali (ammontanti a circa 43 milioni). Il finanziamento pubblico è versato anno per anno e si calcola in due quote: la prima è funzionale ai voti ottenuti e accessibile ai partiti che, concorrendo in almeno 50 circoscrizioni, totalizzano dall'1% di consensi in su; la seconda dipende dalla rappresentanza parlamentare, cioè dal numero di candidati eletti in Assemblea Nazionale e in Senato. Da tredici anni, la legge 2000-493 prevede sanzioni per le liste che non candidano una quota minima di donne: solo tra 2003 e 2007, lo Stato ha negato più di 7 milioni di fondi come sanzione per le "scelte discriminanti" dei partiti, in direzione opposta alla parità di sessi prevista dalla legge. Anche il rimborso rientra in due tipologie: effettivo e forfettario. Quello effettivo si calcola sulle spese richieste dalla campagna "ufficiale", con un vincolo del 5% di consensi per candidato. Quello forfettario è, di fatto, un sussidio: non si correla a una dimostrazione di spesa e risarcisce il candidato del 50% degli esborsi. La Francia vieta dal 1995 le donazioni da parte di aziende, casinò (!) e Stati esteri. E i contributi a titolo individuale non possono sfondare il tetto dei 7.500 euro.

Regno Unito

Nel Regno Unito, orgogliosamente estraneo alle "ideologie continentali", i finanziamenti pubblici sono ridotti all'osso. I partiti hanno lo stesso status giuridico delle associazioni di volontariato, e gli unici contributi fissi (i policy development grants, costituiti con un act apposito nel 2000) sono fissati fino a un tetto di 2 milioni di sterline l'anno, circa 2,3 milioni di euro. La funzione è grosso modo simbolica, come copertura delle linee generali di azioni del partito. Il risarcimento vero e proprio si destina all'opposizione, per incentivare la parità di forza finanziaria (e politica) con la maggioranza. La Short Money Resolution, risalente al 1999, si riserva ai partiti di minoranza che abbiano guadagnato almeno due seggi, o un seggio e 150mila voti. I contributi si dividono per finalità, con tre quote : svolgimento dell'attività parlamentare, spese di viaggio (157.651 sterline) e una "dotazione riservata al Leader dell'opposizione" di 668.606 sterline. Anche Oltremanica i candidati beneficiano di agevolazioni indiretti: spazi televisivi e radiofonici gratuiti, di fatto equivalente a un sussidio tra i 3 e i 10 milioni annui, registrazione degli elettori a carico delle autorità locali, servizi postali gratis per l'invio di materiale elettorale e affitto "for free" di spazi pubblici per comizi e riunioni informative.

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