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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2013 alle ore 14:14.

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Tepco ammette sversamento di acque radioattive nel Pacifico

La Tepco, società giapponese che gestisce il disastrato impianto nucleare di Fukushima, per la prima volta oggi ha ammesso che acque radioattive accumulate sotto la centrale sono finite nell'Oceano Pacifico.

L'ammissione è maturata all'indomani dell'ampia vittoria dei Liberaldemocratici del premier Shinzo Abe e degli alleati del New Komeito alle elezioni di rinnovo parziale della Camera Alta, in gran parte favorevoli al riavvio dei reattori nucleari. Inoltre, già da diverso tempo, i valori sulla radioattvità nelle acque della falda sotto la centrale devastata dal sisma/tsunami dell'11 marzo 2011, hanno mostrato valori in netto rialzo, fino a moltiplicare per 110 le percentuali di cesio 134 nei campioni raccolti tra oceano e reattori.

Inizialmente Tepco (Tokyo Electric Power) aveva sostenuto che le acque inquinate erano rimaste bloccate dalle fondamenta in acciaio e cemento della centrale. «Adesso crediamo che l'acqua contaminata sia arrivata al mare», ha dichiarato un portavoce dell'azienda elettrica. La Tepco, tuttavia, sostiene che l'impatto della perdita radioattiva, in gran parte proveniente dai basamenti degli edifici dei reattori, sia limitato, in considerazione del fatto che «non ci sono tassi di aumento anomalo della radioattività».

Preoccupati i pescatori locali. Il presidente delle cooperative di pesca delle prefettura di Fukushima, Tetsu Nozaki, si é detto «scioccato», in quanto la nuova rivelazione della Tepco «é totalmente diversa da quella del passato». La pesca intorno a Fukushima é stata sospesa e il governo ha messo al bando carne, latte, funghi e vegetali prodotti nelle aree circostanti.

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