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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2013 alle ore 13:50.
Via libera, dopo la maratona imposta all'Assemblea dall'ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle, al decreto del fare. I voti a favore sono stati 344 e i contrari sono stati 136. Due giorni fa, il governo aveva incassato la fiducia posta sul provvedimento.
Il decreto passa ora all'esame del Senato e deve essere convertito in legge entro il 21 agosto.
Il provvedimento, che ha imbarcato una trentina di articoli, è diventato quasi un omnibus con misure su imprese, infrastrutture, fisco, semplificazioni e giustizia civile.
Fra i 117 articoli del provvedimento spiccano meno vincoli per l'edilizia e lo stop al fermo amministrativo dei beni di imprese e professionisti. Con la crisi e le difficoltà economiche correlate arriva la possibilità di rateizzare le imposte fino a 120 rate mensili. Vietato il pignoramento dell'abitazione principale.
La norma che ha suscitato più polemiche è quella che esonera dal tetto agli stipendi dei manager le spa pubbliche non quotate che svolgono servizi di interesse generale - quindi Poste, Fs, Anas - affidando al ministero dell'Economia la scelta dei parametri. La disposizione, è stato assicurato dal ministro Franceschini, sarà corretta al Senato.
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