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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2013 alle ore 08:23.

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Già nel primo pomeriggio le immagini televisive mostravano decine di migliaia di manifestanti in strada; non solo al Cairo, ma anche nelle altre principali città, a cominciare da Alessandria, dove si sono verificati i primi scontri della giornata. Il timore, palpabile, era che il confronto potesse degenerare in scontri, con il rischio aggiuntivo dell'intervento dei militari. Nelle ultime settimane si sono registrati oltre 200 morti, per lo più sostenitori di Morsi. Tuttavia, almeno fino al tramonto, gli episodi più gravi restavano proprio quelli di Alessandria, dove si sono registrati secondo l'emittente Al-Jazeera almeno cinque morti. L'incognita restava la notte, al termine della preghiera del Ramadan.
Sullo sfondo di una giornata di grande tensione Washington, finora molto cauta nel prendere una posizione, ha deciso di non decidere ancora se quello del 3 luglio sia stato o meno un colpo di stato, riconoscimento che obbligherebbe gli Stati Uniti a tagliare - come prevede esplicitamente la legge - gli aiuti militari (1,5 miliardi di dollari) forniti al Cairo. «La legge non ci obbliga ad assumere una decisione formale se si sia trattato di un golpe e non è nostro interesse nazionale adottare una scelta», ha spiegato un alto funzionario dell'amministrazione Obama, aggiungendo che la Casa Bianca «lavorerà con il Congresso per stabilire come continuare a sostenere l'Egitto in una maniera che incoraggi il governo ad interim a procedere ad una rapida e responsabile transizione per riportare ad un governo stabile, democratico, inclusivo, guidato da civili che risponda alla necessità di rispettare i diritti e la liberta del suo popolo».
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UN MESE DI CAOS
La destituzione
Un anno dopo il suo insediamento, il presidente egiziano Mohamed Morsi (nella foto), il primo esponente dei Fratelli musulmani a diventare capo dello Stato, viene destituito dall'esercito. Quello che i suoi sostenitori definiscono un colpo di Stato avviene dopo una settimana di grandi manifestazioni in tutto il Paese da parte dell'opposizione
Il successore
L'incarico di presidente ad interim viene affidato a Adly Mansour, capo della Corte Costituzionale. Viene anche nominato un nuovo primo ministro, Hazem al Beblawi, mentre la carica di vice premier va al premio Nobel per la Pace ElBaradei.
Gli scontri di piazza
Dall'inizio del mese sono morte centinaia di persone negli scontri di piazza tra sostenitori e oppositori di Morsi. L'esercito due giorni fa ha invitato i suoi sostenitori a proteste di massa contro quelli che ha definito terroristi. Ieri la formalizzazione dell'arresto di Morsi: l'accusa è spionaggio per conto di Hamas

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