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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2013 alle ore 10:49.

Mille emendamenti al decreto del Fare: salta il Durt? Rischio nuovo ingorgo in Parlamento

Stop ai lavori dal 9 agosto
Intanto, questo è il calendario dei lavori parlamentari in agenda. Risolto, ma si vedrà se davvero e per quanto tempo, l'ostruziosmo dei grillini con il rinvio ai primi di settembre del voto alla Camera sulla commissione parlamentare per le riforme costituzionali (ma il Dddl avrà poi bisogno di altri due passaggi parlamentari, avanti e indietro da palazzo Madama a Montecitorio), i calendari di Camera e Senato sono ormai definiti. Con una dead line dei lavori prima delle vacanze estive che deputati e senatori già hanno prenotato, che prevede lo stop massimo dei lavori per venerdì 9 agosto. A conti fatti, al massimo altri 7 giorni di lavoro per esaurire l'arretrato.

Oggi tocca a Comunitaria e decreto Ilva
Ecco dunque che oggi alla Camera, in aula, si vota la Comunitaria 2013. Mentre al Senato, sempre in aula, gli appuntamenti di oggi sono due: anzitutto il primo si al Dl 76 su Iva e lavoro (scade il 27 agosto) che dovrà passare precipitosamente alla Camera ed essere convertito subito per evitare la decadenza; poi il Dl Ilva che scade il 3 agosto e che spera nel voto definitivo.
Ma anche nelle commissioni il fardello dei decreti legge detterà i ritmi di lavoro. Il decreto "del fare" (scade il 20 agosto) è stato appena trasmesso al Senato dove le commissioni Affari costituzionali e Bilancio devono chiudere la pratica entro la settimana per poi affidare il testo all'aula che ha già prenotato tutti gli spazi da lunedì al 9 agosto. Ma il decreto rischia una nuova navetta verso la Camera se il Senato, come non è escluso, dovesse modificarlo. E sempre nelle commissioni ecco lo svuota carceri (alla Camera) e, soprattutto l'ecobonus approvato ieri dalla Camera e che il Senato, in terza lettura, ha tempo solo quattro giorni per ratificarlo entro il 4 agosto.

I desaparecidos, dall'omofobia ai soldi ai partiti
Fin qui i decreti legge. Ma le intese politiche prevedono di dedicare spazio ad altri provvedimenti cosiddetti "ordinari". E che però ordinari non sono affatto, sia perché fanno parte degli impegni di Governo, sia perché sono molto attesi dagli italiani. E perchè, invece, spaccano i partiti. Detto del rinvio a settembre delle riforme costituzionali, sono almeno quattro – decreti esclusi – i capitoli scottanti da affrontare. Il finanziamento pubblico ai partiti (alla Camera) che è sempre in commissione e che teoricamente l'aula di Montecitorio dovrebbe affrontare dal 6 agsoto. Se ce la farà, e comunque senza ancora diventare legge, perché poi ci sarebbe ilopassaggio al Senato. In mezzo al guado resta il Ddl contro l'omofofobia, pure atteso in aula alla Camera dalla prossima settimana, ma sul quale restano le resistenze del Pdl, anche dopo le parole di saggezza e di umiltà papa Francesco verso gli omosessauli. Terzo capitolo in alto mare è la lege sulla diffamazione a mezzo stampa, che sempre la Camera dovrebbe verificare in aula la prossima settimana. E infine al Senato, in commissione, ecco il quarto pomo della discordia: il voto di scambio politica-mafia.
Insomma, molta, forse troppa carne al fuoco per deputati e senatori. E per il Governo che vive giornate d'ansia sul filo della sentenza su Berlusconi. Le scommesse sono aperte.

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