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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2013 alle ore 12:30.

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L'anfora romana sequestrata ieri nell'abitazione di Claudio Scajola e i documenti che ne giustificano il possesso sono al vaglio degli inquirenti. Lo annuncia un comunicato del comando dei carabinieri di Alassio (Savona). «Nell'abitazione di un noto ex ministro imperiese - si legge nella nota - è stata rinvenuta un'anfora di epoca romana, per la quale il politico ha fornito documenti che ne giustificano il possesso (sequestrati insieme all'anfora) che sono al vaglio dell'Autorità Giudiziaria per verificarne l'autenticità e legittimità. Anche la sua posizione nella vicenda è al vaglio dell'Autorità Giudiziaria».

La perquisizione che ha portato al sequestro del reperto archeologico in casa di Scajola è avvenuta nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla procura di Savona sul trafugamento di anfore nei due relitti di una nave romana affondata nello specchio acqueo di Albenga. I carabinieri di Alassio nell'estate 2012 avevano scoperto che nel corso degli anni nei due relitti erano state rubate almeno 25 anfore e, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova, hanno monitorato diversi subacquei provenienti dal mondo della subacquea professionale, in particolare ex corallari, persone con le capacità di spingersi sino a 60 m di profondità e in grado di sollevare dai fondali anfore che possono pesare oltre 50 kg.

Questa prima parte dell'indagine aveva portato all'arresto di un ex corallaro di professione e il deferimento in stato di libertà di altre sette persone coinvolte nella vicenda. Le indagini sono proseguite e hanno permesso di scoprire un gruppo di trafugatori imperiesi (tutti legati al mondo della subacquea professionale) che aveva rubato anfore dai siti archeologici di Albenga. In particolare sono stati monitorati alcuni subacquei che svolgono lavori portuali e di bacino a Imperia sia per conto di aziende private che pubbliche/partecipate tipo Amat di Imperia (Azienda Municipalizzata Acqua e Trasporti), e ex subacquei professionisti come per esempio un ex vigile del fuoco.

Le attività di monitoraggio hanno consentito di appurare che era in corso un traffico illegale di reperti archeologici e che parte di questi si trovavano nelle abitazioni dei soggetti coinvolti e nelle abitazioni di un dirigente del Comune di Imperia e di un politico locale. La procura di Savona ha quindi emesso una serie di decreti di perquisizione domiciliare con informazione di garanzia per i reati di furto aggravato in concorso di materiale archeologico a carico sia dei trafugatori, sia dei personaggi che detenevano a vario titolo le anfore. Le perquisizioni hanno portato alla scoperta di un'enorme quantità di materiale archeologico rarissimo e prezioso.

Oltre a numerose anfore sono stati trovati un gladio di centurione romano, uno scandaglio in piombo di profondità romano, piatti, vasi, cucchiai, chiodi, la strumentazione di un bombardiere italiano Fiat della seconda guerra mondiale abbattuto nel 1940, corallo e pure una pianta di marijuana e vari semi. Sono state denunciate in stato di libertà 11 persone.

Nella casa di uno degli indagati sono stati ritrovati volantini riportanti la dicitura: «Devi disimpegnarti con qualche notaio, medico o politico con un regalo unico e di pregio? L'anfora romana fresca di scavo è quella che fa per te! Per l'acquisto ..(omissis, nome di un indagato).. & c, zona foce-Porto Maurizo Imperia. A richiesta immersioni guidate sul sito con eventuale recupero del pezzo scelto. Si organizzano battute di pesca».

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