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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2013 alle ore 21:45.

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Dal condono alla sostituzione della pena, ecco come funziona la domanda di grazia

Un provvedimento di clemenza che condona a chi è stato condannato in tutti e tre i gradi di giudizio la pena principale, in tutto o in parte. O, ancora, la sostituisce con un'altra meno grave. Tutto questo è "la grazia", che il Pdl chiede a Napolitano per il suo leader Silvio Berlusconi, condannato a 4 anni (di cui 3 condonati) dalla Cassazione. Dal Colle si sottolinea che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda di grazia.

Il riferimento di legge in questione è l'articolo 681 del codice di procedura penale. La domanda di grazia, diretta al presidente della Repubblica, è sottoscritta dal condannato o da un suo prossimo congiunto o dal convivente o dal tutore o dal curatore ovvero da un avvocato o procuratore legale ed è presentata al ministro di grazia e giustizia. Schifani e Brunetta, i capigruppo del Pdl, hanno annunciato di voler salire al Colle per chiedere a Napolitano la grazia. In tasca, hanno spiegato, le dimissioni dei deputati e dei senatori del Pdl.

Domanda prima al procuratore, che la trasmette al ministro
Se il condannato è detenuto o internato - e non è questo il caso del leader del Pdl - la domanda può essere presentata al magistrato di sorveglianza, il quale, acquisiti tutti gli elementi di giudizio utili e le osservazioni del procuratore generale presso la corte di appello del distretto ove ha sede il giudice indicato nell'articolo 665, la trasmette al ministro con il proprio parere motivato. Se invece il condannato non è detenuto o internato - è questo il caso in questione - «la domanda può essere presentata al procuratore generale, il quale, acquisite le opportune informazioni, la trasmette al ministro con le proprie osservazioni (in questo caso Anna Maria Cancellieri)».La proposta di grazia è sottoscritta dal presidente del consiglio di disciplina ed è presentata al magistrato di sorveglianza.

Cosa accade se manca la domanda o la proposta
La grazia può essere concessa anche in assenza di domanda o proposta. Emesso il decreto di grazia, il pubblico ministero presso il giudice competente a conoscere dell'esecuzione del provvedimento ne cura la esecuzione ordinando, quando è il caso, la liberazione del condannato e adottando i provvedimenti conseguenti.

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