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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2013 alle ore 19:20.
L'ultima modifica è del 06 agosto 2013 alle ore 11:59.

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Sentenza Mediaset, tempesta su Esposito. Il giudice: intervista manipolata. Il presidente della Cassazione: chiarimenti a Cancellieri

Tempesta sul giudice della Cassazione Antonio Esposito per le dichiarazioni su Berlusconi. Il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri ha infatti chiesto chiarimenti alla Cassazione dopo l'intervista rilasciata al Mattino dal presidente della Sezione feriale e la Suprema Corte gli ha dato «ogni chiarimento» disponibile. A dare la notizia è il primo presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce. Tre consiglieri laici del Pdl hanno chiesto al comitato di presidenza del Csm di aprire una pratica su Esposito.

«Berlusconi condannato perché sapeva»
Berlusconi
condannato perché era stato messo al corrente della frode fiscale, spiega il giudice nell'intervista incriminata, difatto anticipando il deposito delle motivazioni. Esposito, a capo del collegio della Cassazione che ha emesso il verdetto nel processo sui diritti tv Mediaset, ha smentito alcuni passaggi dell'articolo: attraverso una nota ha negato «nella misura più assoluta e categorica» le espressioni riferite a Silvio Berlusconi: «condannato perché sapeva» e «condannato perché sapeva non perché non poteva non sapere». Il direttore del Mattino, Alessandro Barbano ha ribattuto: «Confermo che l'intervista pubblicata contiene tutte le parole che il magistrato ha pronunciato nella sequenza letterale e logica con cui sono state pronunciate».

L'audio della conversazione sul sito del Mattino
In serata l'audio di parte della telefonata tra il giornalista del Mattino e il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio della Cassazione che ha condannato Berlusconi, è stato però pubblicato sul sito del Mattino. «Noi non andremo a dire 'chille nun poteva non sapere". Noi potremo dire nella motivazione che 'tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva', non che tu non potevi non sapere perché eri il capo. Perché pure il capo poteva non sapere. Tu non potevi non sapere perché tizio, caio e sempronio hanno detto che te l'hanno riferito. È nu poco divers».

Il Pdl: la dichiarazione getta ombra sul verdetto
«Posso assicurare a voi e ai miei lettori che l'intervista è letterale - è stata la replica di Alessandro Barbano, direttore del Mattino - cioè sono stati riportati integralmente il testo, le parole e le frasi pronunciate dal presidente, di cui ovviamente abbiamo prova». Fonti della Cassazione hanno chiarito che l'intervista «non inficia, né cambia la decisione sul processo Mediaset». Il verdetto, è il ragionamento, «è già stato emesso e sancito con la pubblica lettura del dispositivo in aula al termine dell'udienza».

Santacroce: intervista «inopportuna»
Contro la mossa di Esposito si è levato un coro di critiche. A partire dal primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce: l'intervista concessa, ha osservato, è stata «inopportuna». Sulla stessa linea l'Anm, l'associazione nazionale dei magistrati, che però - tramite il presidente Rodolfo Sabelli - ha avvertito: nessuna conseguenza processuale né disciplinare, visto che le affermazioni di Esposito si riferiscono a una sentenza definitiva. Di diverso avviso il Pdl: l'intervista ha gettato ombra sul verdetto.

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