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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2013 alle ore 15:39.

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Con l'ennesima mossa a sorpresa - un Motu Proprio nel bel mezzo di agosto che tuttavia vede una Curia insolitamente affollata - il Papa conferma la priorità della sistemazione delle finanze vaticane, come aveva detto nella conferenza stampa al ritorno dal viaggio in Brasile.

Il tempo stringe e il giudizio di Moneyval sul grado di "compliance" delle norme sulla trasparenza finanziaria arriverà tra pochi mesi: ecco allora la necessità di varare nuove norme, che vadano a integrare e in parte sostituire quelle di un anno e mezzo fa (gennaio 2012) che furono un motivo di scontro dentro la Curia, innescando una escalation di contrasti tra cardinali culminata nella crisi al vertice dello Ior.

In pratica si rafforzano le competenze dell'Aif, l'autorità finanziaria di controllo presieduta dal cardinale Attilio Nicora, come era stato sollecitato dall'organismo del Consiglio d'Europa, istituendo la funzione di vigilanza prudenziale. La nuova legge papale inoltre estende l'applicazione delle leggi vaticane a tutti i dicasteri e - e questa è una novità significativa - a tutte gli enti d'Oltretevere, anche a quelli senza scopo di lucro.

La nascita del Comitato per la sicurezza finanziaria ha come obiettivo la creazione di un direttorio di "competenze", sotto la guida della segreteria di Stato, ma con i rappresentanti di tutti gli enti economici principali, ma anche giudiziari e di sicurezza (entra infatti anche il capo della Gendarmeria). Alla guida del comitato ci sarà l'Assessore per gli Affari Generali, figura chiave del governo pontificio, carica ricoperta da alcuni anni dal giovane monsignore americano Peter Brian Wells, che vede rafforzata ulteriormente la sua influenza, visto che è già anche coordinatore della commissione di inchiesta sullo Ior, istituita sempre da Papa Francesco.

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