Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2013 alle ore 17:24.

My24

Quali novità ci sono in questo capitolo degli investimenti pubblici?
Manutenzione straordinaria ed efficienza energetica di edifici pubblici, soprattutto scuole. Poi stiamo selezionando una serie di progetti esecutivi e immediatamente realizzabili del «piano città». Ma vorrei aggiungere ancora una cosa sulle politiche di creazione del lavoro perché, come ha detto il presidente Letta, dobbiamo scongiurare una ripresa senza lavoro. Qui noi dobbiamo stabilire una continuità fra la parte finale del ciclo 2007-2013 e quella iniziale del ciclo 2014-2020.

Già si è parlato, anche in sede europea, di una partenza anticipata dello «Youth Guarantee».
Esatto. Uno dei problemi gravi riscontrati nelle fasi di passaggio fra cicli diversi, in passato, è la cesura che provocava un avvio in ritardo della nuova programmazione. Questo non deve accadere. Per questo vogliamo intensificare queste azioni per il lavoro e contro la recessione in questa fase, lanciando un ponte anche sul nuovo ciclo di risorse.

Torniamo alla programmazione 2014-2020. Qual è l'analisi della crisi economica sottostante alla sua iniziativa?
La difficoltà che viviamo non è data solo dalla crisi congiunturale che arriva dall'estero. Abbiamo difficoltà nostre di lunga durata che dobbiamo avere il coraggio di affrontare. È evidente che il processo di internazionalizzazione dei mercati ha messo in difficoltà il sistema centrato sul made in Italy soprattutto nella fascia della concorrenza di costo. Si aggiunga che l'euro ha reso impossibili le svalutazioni che in passato avevano sempre aiutato le imprese esportatrici e che il debito elevato ci ha costretto a una politica fiscale molto spinta per affrontare le difficoltà della finanza pubblica. Una tenaglia che è all'origine delle difficoltà del nostro sistema produttivo e che nel Mezzogiorno si è sentita ancora più forte. Eppure la globalizzazione dei mercati ci dà anche grandi potenzialità.

Quali sono?
La domanda internazionale presenta trend di forte crescita su alcuni beni e servizi dove siamo ancora competitivi o ben posizionati. La nostra azione deve intervenire a rafforzare proprio questi settori.

Le quattro priorità di cui parlava.
Esatto. Facciamo l'esempio del made in Italy tradizionale. L'abbigliamento, per esempio, ma anche la meccanica di precisione. C'è uno spazio nella domanda internazionale per i prodotti italiani. Dobbiamo lavorare in quello spazio, rafforzando le esperienze di internazionalizzazione già presenti tra le imprese, collegandole ove possibile, mettendo a disposizione servizi, innovazione, altri strumenti di internazionalizzazione. Dobbiamo ibridare questi settori con le nuove tecnologie, con servizi innovativi, con la ricerca avanzata per renderli più competitivi nella gara globale. Stesso discorso per i settori di alta tecnologia: rafforziamo la ricerca, i collegamenti delle imprese con i centri di ricerca, incrociamo conoscenze, mettiamo in rete le Università, garantiamo lo sviluppo di nuova imprenditorialità. Nel settore dell'agricoltura specializzata c'è già una grande vivacità di piccole e medie imprese. Dobbiamo promuovere forme di cooperazione per rafforzare produzioni che nel mondo spesso hanno già un nome italiano.

Infine la sfida non nuova di una valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.
Anche qui c'è una grande opportunità già in atto, con la crescita dei ceti medi soprattutto nei paesi emergenti. Facciamo uno sforzo, mettiamo in campo una politica nazionale che sia fatta delle azioni del centro e delle regioni, variamo misure di rapida attuazione, facciamo uno sforzo di partenza istituzionale evitando di impantanarci nella nostra specialità della palude burocratica.

Lei ha ripreso la proposta Barca di un'Agenzia nazionale per realizzare questo programma ambizioso, ma le Regioni al momento sembrano molto contrarie.
Partiamo dalle cose dette: superare la frammentazione e dare vita a una strategia nazionale in cui si sentano impegnati i diversi livelli istituzionali, centrale, regionale, locale. È evidente che c'è un problema di rafforzamento delle funzioni di indirizzo e di verifica della spesa. Hanno un'agenzia di questo tipo paesi federalisti come Germania e Spagna. Anche nella fase attuativa, per ridurre i ritardi di cui continuiamo a soffrire, occorre un sostegno alle stazioni appaltanti su progettazione, contratti, direzione lavori.

Shopping24

Dai nostri archivi