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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 06:41.

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Preoccupata per il destino dei detenuti famosi e sconosciuti dei quali non c'è un numero né una lista di nomi, la comunità internazionale chiede che agli osservatori dell'Onu venga concessa la possibilità di ispezionare le carceri egiziane. Le violenze dei giorni scorsi e il mistero sui prigionieri sono «profondamente allarmanti», dice Liz Throssel, portavoce dell'agenzia per i diritti umani delle Nazioni Unite. I detenuti, ricorda, devono «essere trattati con umanità» e secondo le leggi internazionali.
Ma, ricordano i militari, l'Egitto sta conducendo «una guerra al terrore». Se per la stessa causa l'America di George Bush aveva rinunciato a importanti valori della sua democrazia, anche l'Egitto può osare. I Fratelli musulmani diventano tutti terroristi. E in un'intervista a una televisione americana l'ex economista e ora primo ministro Hazem al-Beblawi dice di sperare che in un anno si possano tenere nuove elezioni. La roadmap originale, quella disegnata ormai un mese fa, prevedeva di indire consultazioni parlamentari e poi presidenziali entro tre-sei mesi. I tempi si allungano, anche se Beblawi promette che entro una settimana molte prerogative della democrazia potrebbero essere ripristinate: la fine del coprifuoco e forse dello stato d'emergenza.
Un'emergenza terroristica tuttavia esiste, in Egitto. Non al Cairo con i Fratelli musulmani ma nel Sinai con i qaedisti. Il governo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale dedicati ai 25 poliziotti uccisi lunedì a Rafah, nel Sinai. Secondo gli israeliani nella penisola operano 15 gruppi dell'Islam radicale affiliato ad al-Qaeda: operativi sauditi, libici e iracheni passati dal Sinai nella striscia di Gaza, sotto i tunnel di Hamas, nella speranza di lottare contro Israele. Con la crisi egiziana sono tornati indietro per affrontare una nuova guerra santa più promettente. Lo Shin Bet, i servizi segreti interni israeliani, hanno creato una unità speciale per affrontare il nuovo pericolo. Per loro è comunque meglio avere i militari dei Fratelli musulmani, dall'altra parte della frontiera.
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IL MOVIMENTO CHE VUOLE INSTAURARE LA SHARIA
La nascita
Fondato da Hassan al-Banna nel 1928, il movimento al-Ikhwan al-Muslimun
(nome arabo dei Fratelli musulmani) è l'organizzazione islamica
più antica dell'Egitto
Il modello è quello di un attivismo politico e sociale con una forte connotazione di aiuto ai più bisognosi
Tra i fini dichiarati del movimento c'è la creazione di uno stato governato dalla sharia (la legge coranica)
La lotta al colonialismo
Negli anni 40 i Fratelli creano un'ala paramilitare i cui membri si uniscono alla lotta contro i britannici con campagne terroristiche
Nel 1948 il Governo scioglie il gruppo. Il leader Banna viene assissanato da uno sconosciuto (forse appartenente ai servizi)
Dopo un tentativo di assassinare il presidente Nasser nel 1954 l'Ikhwan viene bandito. Il movimento continua nella clandestinità
Al potere
Lo scontro con le autorità porta al cambio di strategia: l'ideologo Sayyid Qutb propugna la jihad e ispira i gruppi radicali islamici inclusa al Qaeda
Negli anni 80 il movimento riguadagna terreno politico, diventa forza di opposizione e nelle elezioni del 2000 vince 17 seggi. Nel 2005 prende il 20% dei seggi. Hosni Mubarak , preoccupato, dà il via alla repressione. Dopo la rivolta del 2011 che caccia Mubarak i Fratelli vincono le elezioni, nel 2012

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