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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2013 alle ore 18:00.
L'ultima modifica è del 22 agosto 2013 alle ore 11:20.

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Alfano: su decadenza il Colle non c'entra nulla
«Noi chiediamo molto chiaramente che il Pd rifletta, astraendosi dalla storica inimicizia di questi venti anni e rifletta sulla opportunità di votare no alla decadenza di Berlusconi», spiega il giorno dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Angelino Alfano, intervenendo al Meeting di Rimini, dicendosi «molto preoccupato» dal «giudizio preventivo del Pd», e ricordando che nel pomeriggio incontrerà Berlusconi. Il Pdl, sottolinea ancora il ministro, «non chiede al Pd un gesto e un voto a favore del presidente Berlusconi ma chiede con altrettanta forza al Pd di non dare un voto "contra personam" contro il loro avversario di sempre, contro il loro nemico storico».

«Chiediamo - aggiunge Alfano - che la vicenda della decadenza in giunta al Senato venga trattata come se riguardasse uno qualsiasi dei senatori. Il Pd approfondisca la questione giuridica nel merito e non pronunzi una sentenza politica sull'avversario storico». E sul pressing del Pdl sul Quirinale perché delinei una soluzione alla questione sull'agibilità politica di Berlusconi, il segretaio del Popolo della Libertà chiarisce: «Il Quirinale e il Presidente del Repubblica sulla questione della decadenza non c'entrano nulla». Un pronostico sulla durata del Governo? «Come diceva quella canzone: lo scopriremo solo vivendo», risponde con ironia Alfano.

La riforma della giustizia serve a prescindere dai beneficiari
Alfano sottolinea la necessità di una riforma della giustizia. «In Italia - spiega - ci sono riforme che servono al paese a prescindere dalle persone che ne beneficiano. Una riforma si fa perchè è giusta, non perchè ci sono persone che ne beneficiano».

Franceschini: no a baratto legalità - durata Governo
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, presente al faccia a faccia di ieri tra Letta e Alfano a palazzo Chigi, respinge le «minacce» di far cadere il governo se sarà votata la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. «Alle minacce e agli ultimatum basta rispondere con un principio molto semplice - afferma -: non si barattano legalità e rispetto delle regole con la durata di un governo. Mai».

Lupi: il Pd non abbia pregiudizi
«Non c'è baratto, non c'è nessun ricatto ma una richiesta chiara affinché il Pd approcci la questione senza pregiudizi e nel merito», spiega il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. «Se il Pd si approccia in questo modo - aggiunge, a margine del Meeting - non potrà che votare no alla decadenza». Lupi parla anche dello scontro in atto all'interno del Pdl tra falchi e colombe, e di quello in vista della messa in campo della nuova Forza Italia. «Mai come adesso il Pdl è stato così unito attorno a Silvio Berlusconi. Ma mi preoccupano - continua - più che i falchi e le colombe i protagonismi personali che troppe volte per progetti personali rischiano di creare divisioni nel Pdl. Divisioni che non ci sono e che fanno male al Pdl e soprattutto a Berlusconi».

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