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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2013 alle ore 06:44.

Il segretario Pd Guglielmo EpifaniIl segretario Pd Guglielmo Epifani

Continuano i colpi di artiglieria tra Pd e Pdl in vista della convocazione della Giunta per le elezioni del Senato, che dovrà decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi. E se gli eventi precipitano, già si ragiona, con annesse smentite, di maggioranze alternative, con il Pd al centro a tentare di catalizzare dissidenti del Movimento 5 Stelle e, si azzarda, del Pdl. Proprio a via dell'Umiltà l'incertezza sulle sorti politiche di Berlusconi apre una crepa tra i fedelissimi dell'ex premier (in primis Daniela Santanchè) e le cosiddette colombe (ieri è stato l'ex capogruppo al Senato Maurizio Gasparri a essere chiamato in causa).
«Nessuno ci farà cambiare idea e nessuno può tirarci per la giacchetta», ha detto ieri in serata il segretario Pd Guglielmo Epifani. «Le sentenze vanno rispettate e vanno fatte eseguire», ha ribadito. «Non è una battaglia contro Berlusconi ma in favore di uno Stato di diritto. La legge è uguale per tutti e gli interessi del Paese vengono prima di quelli del Pd e di quelli di un'unica persona». E la legge Severino sull'incandidabilità, ha sottolineato Epifani, «la votarono tutti compreso il Pdl, i democratici seguiranno alla lettera la legge che hanno contribuito a fare. Fa bene Letta – ha concluso – a proseguire la sua azione di governo. Sarebbe davvero paradossale che si aprisse una crisi al buio in queste condizioni». «Prevalga la responsabilità. Non si può chiedere al Pd soluzioni da repubblica delle banane», ha aggiunto Matteo Colaninno (Pd).

Non arretra di un millimetro anche il Pdl. «Il Pd – ha detto l'ex capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto – non può pensare di trasformare arbitrariamente la Giunta in una sorta di tribunale speciale o plotone d'esecuzione contro Berlusconi e poi chiedere al Pdl di continuare ad appoggiare il Governo. In politica – ha proseguito il parlamentare Pdl – non si può chiedere a nessuno il suicidio e tutto il Pdl, al di là della sua dialettica politica, si suiciderebbe se assistesse inerte alla totale eliminazione dalla scena di Berlusconi».
Visto il muro contro muro, nel Pd c'è chi si attrezza per scenari alternativi. Alessandra Moretti, già portavoce dell'ex segretario Pier Luigi Bersani alle ultime primarie, ha ipotizzato una nuova maggioranza, grazie all'appoggio di 30 senatori dissidenti del M5S. Inoltre Moretti ha ventilato una spaccatura nel Pdl, citato tre ministri azzurri (Lupi, Quagliariello e De Girolamo) che potrebbero restare in un nuovo Governo senza il partito di Berlusconi. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) ha smentito la disponibilità a partecipare a un Letta-bis da parte del movimento di Beppe Grillo («Berlusconi compra direttamente gli avversari, il Pd usa metodi più subdoli»). «Ci riprovano», ha aggiunto il capogruppo 5 Stelle al Senato Nicola Morra.

Smentite anche dalla ministra Pdl Nunzia De Girolamo («seguirei il mio leader nella buona e cattiva sorte»). Tuttavia i sospetti nel partito del Cavaliere alimentano tensioni a colpi di tweet. Attivissima contro le cosiddette colombe da qualche giorno è Daniela Santanchè, che ieri ha preso di mira Gasparri: «Non morirà mai di troppo lavoro...». «Sono resistente – la replica del senatore Pdl – lavoro da militante più di tanti altri e non ne morirò. Sono allenato alle battaglie dure...».
An. Mari.

ALLO SPECCHIO

Pdl: agibilità per Berlusconi
Di fronte alla condanna di Berlusconi , il Pdl chiede al Pd di non trasformare il voto in Giunta per le elezioni (chiamata a decidere sulla decadenza da senatore dell'ex premier) in un plotone d'esecuzione. Il Pdl vuole garanzie sull'agibilità politica di Berlusconi

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«Quando c'è una sentenza, si rispetta e si applica» ha sempre detto il segretario Pd Guglielmo Epifani, compattando tutto il partito. In pratica, il Pd voterà per la decadenza da senatore di Berlusconi, seguendo il «chiaro» dettato della legge Severino

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