Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2013 alle ore 10:01.

My24
Onu, no di Russia e Cina all'inchiesta sull'uso di armi chimiche in Siria. Parigi: agire anche senza Onu

I militari del presidente siriano Bashar al-Assad hanno bombardato all'alba i sobborghi di Damasco sotto il controllo dei ribelli. Lo hanno riferito fonti dell'opposizione citate dalla tv satellitare al-Jazeera, dopo l'attacco chimico da 1.300 morti di ieri. I sobborghi raggiunti da razzi e colpo di artiglieria pesante, tutti a est di Damasco, sono Joba, Zamalka e Qaboun.

No di Cina e Russia all'inchiesta

Sulla strage di ieri sono tornati i Paesi membri del Consiglio di Sicurezza, chiedendo di "fare luce" sulle accuse di utilizzo di armi chimiche nella zona di Damasco. Il Consiglio, riunitosi ieri sera a New York, non ha però trovato l'accordo sull'avvio di un'inchiesta per il no dei membri permanenti Cina e Russia. L'opposizione siriana accusa il regime di Assad di aver fatto uso di gas nervino, e ha pubblicato fotografie e video di centinaia di vittime. L'accusa è stata respinta con indignazione dal regime, che ha denunciato un «complotto» per influenzare gli ispettori.

La smentita di Damasco trova l'appoggio dell'Iran. «Se le informazioni riguardanti l'uso di armi chimiche fossero esatte, allora certamente saranno state utilizzate dai gruppi terroristici che hanno dimostrato di non esitare davanti a qualunque crimine», ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, in una dichiarazione riportata dall'agenzia di Stato Irna.

Bonino: serve chiarezza

Il ministro degli Esteri Emma Bonino insiste sull'urgenza di «fare chiarezza». Intervistata dal programma di RadioUno«Prima di tutto», il capo della Farnesina ha auspicato l'avvio di un indagine sull'uso di armi chimiche a Damasco: «Il regime e i russi ne danno tutt'altra versione, più o meno interessata; da subito ci siamo mossi perché gli ispettori dell'Onu che sono a Damasco siano autorizzati ad un'immediata inchiesta su questo episodio, è importante capire da un'organizzazione terza quale sia la reale situazione e cosa sia veramente successo».

La Francia
Sulla stessa lunghezza d'onda il suo omologo al governo francese, Laurent Fabius, che ha chiesto una «reazione forte« della comunità interazionale se la versione dei ribelli dovesse essere confermata. Se il consiglio di sicurezza dell'Onu non fosse in grado di prendere una decisione sui presunti attacchi con armi chimiche in Siria, le decisioni dovrebbero essere prese «in altri modi». Lo ha detto in tv il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, aggiungendo che «non è in discussione di mandare truppe sul campo».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi