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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2013 alle ore 19:54.

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Si spegne la sigaretta elettronica. La supertassa sulle e-cig a base di acqua, vapore e nicotina sta affossando acquisti e vendite in tutta Italia. Lo denunciano le principali aziende del settore, stimando un crollo del fatturato che a fine anno dovrebbe toccare l'80%. E l'Anafe, l'Associazione Nazionale Fumo Elettronico, ha scritto una lettera aperta al ministro dell'economia Saccomanni contro «l'omicidio premeditato» di un business che aveva creato 4mila posti di lavoro nel solo 2012.

Ovale e Smokie's: fatturati a picco

Il dito è puntato sull'imposta al consumo del 58,5%, ideata a copertura parziale del rinvio dell'Imu. La tassa doveva scattare il primo gennaio 2014, ma negli ultimi giorni si è parlato di anticiparne l'entrata in vigore per colmare (anche) la seconda rata dell'imposta sugli immobili. Se si aggiungono le restrizioni su vendita e commercio che equiparano le e-cig alle bionde tradizionali, c'è n'è abbastanza per capire l'inversione di tendenza. L'Ovale, azienda di punta nella produzione e nell'import, evidenzia di aver «già subito perdite del 50%» nei fatturati. E il segno meno potrebbe raggiungere gli 80 punti percentuali entro il dicembre 2013.

Il boomerang della maxi tassa

Una doccia gelida per chi aveva investito. E un boomerang che rimbalza sulle casse dello Stato, riducendo il gettito delle imposte tradizionali: «Senza il provvedimento legislativo che equipara di fatto le ecigs e le bionde tradizionali - scrive l'azienda - lo Stato avrebbe continuato ad incassare, soltanto dal gruppo Ovale, tra i 60 e i 70milioni di euro (tra Iva e tasse varie); ora quella cifra probabilmente si ridurrà a pochi milioni di euro. Cosi la tassa che doveva servire, nelle intenzioni dichiarate dal Governo, a coprire il rinvio dell'aumento dell'Iva, si tradurrà di fatto in un clamoroso flop».

A rischio 400 negozi. E la pubblicità

Il testacoda penalizzerà la filiera di punti vendita specializzati. La metà dei 400 negozi Ovale ha disdetto l'affitto, mettendo a rischio dai 1000 ai 1500 posti di lavoro. E già 160 sui 330 esercizi di un'altra azienda leader come Smokie's marciano in direzione chiusura. O guardano all'estero, terreno più favorevole per gli amanti e i produttori delle "svapore".

I contraccolpi si riverberano (anche) fuori dal circuito e-cig. Il divieto di promozione delle sigarette elettroniche, equiparate alle "bionde" tradizionali", azzera gli investimenti nel mercato pubblicitario. Creando un buco in più, ad esempio, nell'editoria. Lo spiega Ovale: «La nostra azienda ha investito per la pubblicità, nell'ultimo anno, circa 2 milioni di euro sui media nazionali, e i rivenditori circa 1 milione su quelli locali».

L'Anafe: omicidio premeditato

L'Anafe si rivolge direttamente a Maurizio Saccomanni. E invita il governo a ricalibrare il tiro su un provvedimento che ha «assassinato» un'opportunità in espansione. «Già 3mial persone avranno, probabilmente, bisogno di sussidi. Il nostro è un settore che nel 2012 ha realizzato un fatturato di circa 350 milioni di euro - scrive al Ministro Massimiliano Mancini, presidente dell'associazione - con l'apertura di circa 3.000 punti vendita e l'impiego di un totale di circa 4.000 persone (escluso l'indotto), ma che nel 2014 possiamo tranquillamente prevedere sarà ridotto a meno di un quarto».

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