Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2013 alle ore 08:44.

My24


GENOVA. Dal nostro inviato
«Questo per il quale sto lavorando dando il sangue e anche la salute non è il governo per il quale ho fatto campagna elettorale». Enrico Letta si presenta in maniche di camicia arrotolate davanti al suo Pd, alla festa nazionale del partito a Genova, e ci tiene subito a scrollarsi di dosso l'etichetta delle larghe intese. Ricorda a tutti che lui è uomo del Pd e che per la futura vittoria del Pd sta lavorando: «La prossima campagna elettorale io la farò per la vittoria del centrosinistra», dice tra l'ovazione del pubblico. È quasi un annuncio di futura candidatura alla premiership, il suo. E al Cavaliere che torna dopo un paio di giorni di bonaccia a minacciare di staccare la spina se il Pd dovesse votare per la sua decadenza da senatore in applicazione della legge Severino, come il Pd ha per la verità sempre detto, Letta risponde con forza ribadendo la linea della separazione delle due questioni: da una parte il governo, dall'altra il destino giudiziario del leader del Pdl. «Non credo ci siano molti margini rispetto a queste vicende», dice il premier facendo intendere che la strada del voto in Giunta è segnata. Il Pd e il suo premier non possono barattare la legalità con la durata del governo. Concetto ribadito ieri sera anche dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini: «Il ricatto di Berlusconi va respinto al mittente».
«La vita del governo è finalizzata agli obiettivi – dice Letta – . E gli obiettivi sono: ricreare l'agilità del campo politico che ora non è agibile, perché rivotare oggi con questa legge elettorale vuole dire rifare le larghe intese a novembre; fare le scelte di politica economica per uscire dalla crisi; il semestre di guida italiana in Europa». Il governo non puà occuparsi di altre questioni come quelle della decadenza del Cavaliere, avverte il premier. «Su questo c'è la competenza del Senato, non creiamo connessioni pericolose, non diamo il senso di queste relazioni pericolose», dice con parole mai così dure.
È quasi come stare sulle «montagne russe» questo continuo saliscendi degli umori politici, ammette Letta. «Io non auguro a nessuno di governare nelle mie condizioni, su queste montagne russe, pensando sempre su due binari: l'immediato e i progetti di più lungo respiro come quelli che stiamo preparando per il semestre europeo». Tra i progetti di più lungo respiro c'è appunto anche quello di rendere agibile il campo da gioco. Non solo la legge elettorale, ma anche la riforma della Costituzione per superare il bicameralismo perfetto. «Noi siamo oggi in questo casino - dice Letta riferendosi alla difficile alleanza con il Pdl - per ché abbiamo due parlamenti. Io dico di sì alla riforma della Costituzione, contro i conservatori che vorrebbero non cambiarla. Siamo gli unici al mondo ad avere due parlamenti con gli stessi poteri, va istituito un Senato delle Regioni e vanno dimezzati i parlamentari. E naturalmente va fatta una legge elettorale che consenta a chi vince di formare una maggioranza stabile in una sola Camera».

Shopping24

Dai nostri archivi