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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2013 alle ore 08:44.

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Quanto a Renzi, Letta allenta la tensione con una battuta: «Il Pd non si dividerà tra un pisano e un fiorentino». Né esiste il problema di due leader, uno a Palazzo Chigi e uno alla guida del partito, entranbi di estrazione margheritina. «Se c'è una cosa che ho imparato in questi anni da vicesegretario del Pd è che ormai non c'è più distinzione tra chi viene dalla Margherita e chi viene dai Ds come nei primi anni, oggi siamo tutti democratici». Certo, se Renzi vorrà candidarsi alla guida del partito deve ricordare che un premier del Pd già c'è e deve dedicarsi soprattutto a «fare il Pd». «Concentriamoci sul progetto per l'Italia e non sulle regole - è il "consiglio" di Letta al più giovane sindaco di Firenze -. Dividerci sulle regole sarebbe la cosa più stupida che possiamo fare». Poi la divisione dei ruoli: «Il segretario ha come primo compito quello di fare il segretario del Pd. Io da parte mia ho intenzione di svolgere il mio compito per fare il Pd più unito, più grande e in grado di vincere alle prossime elezioni».
Se poi le montagne russe faranno fermare il governo sull'immediato, impedendo di fare quelle riforme di cui il Paese ha bisogno, Letta ieri a Genova ha fatto capire chiaramente che lui è in campo per guidare il Pd e il centrosinistra alle elezioni.
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I punti fermi del premier
LARGHE INTESE
Priorità è centrosinistra
«Le elezioni non le abbiamo vinte», quella del governo di larghe intese, è «una situazione straordinaria», ha detto Letta. Quando il capo dello Stato Giorgio Napolitano scioglierà le Camere – ha puntualizzato il premier – «farò campagna elettorale per un governo di centrosinistra»
RIFORME
Subito la nuova legge elettorale
Un governo a guida Pd – ha detto Letta – avrebbe adottato misure «parzialmente diverse» rispetto all'attuale esecutivo. Ora la priorità è la riforma elettorale e quella istituzionale. Altrimenti, chiunque arriverà primo alle prossime elezioni non potrà comunque governare
BERLUSCONI
Governo estraneo a vicenda
«Il governo non ha nulla a che fare» con la decadenza di Berlusconi, ha avvertito Letta: «Io non credo che ci siano molti margini rispetto a queste vicende. E chi crea connessioni improprie» Berlusconi e la sorte del governo «dovrà spiegare ai cittadini queste relazioni pericolose»
CONGRESSO PD
No a divisioni sulle regole
«Al congresso concentriamoci sul progetto per l'Italia più che sulle regole», ha detto Letta. «E il segretario – ha aggiunto in riferimento alle prossime assise del Pd – lo deve fare chi convince gli elettori e i militanti democratici, non sulla base di un pedigree» da ex Ds o ex Margherita

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