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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 09:17.
Doveva gettare luce sugli ospedali che rimangono scatole vuote, sulle carceri che si fermano poco sopra le fondamenta, sulle strade che si interrompono a metà e in generale su tutte le opere pubbliche che languono, e nel frattempo spesso vedono lievitare i costi rispetto ai budget iniziali. Fra le incompiute, almeno per ora, va annoverato anche il monitoraggio telematico, anche perché gli enti pubblici e le società partecipate si sono rivelati tutt'altro che puntuali nell'invio dei dati. Risultato: se ne riparlerà nel 2014.
A stabilire il rinvio è un decreto del ministero dell'Economia, firmato in agosto e diffuso ieri sul sito della Ragioneria generale dello Stato, che rivede il calendario dopo che la scadenza originaria per l'invio dei dati, il 30 giugno scorso, è passata infruttuosamente.
«In sede di prima applicazione», si legge nel nuovo articolo 3 che sostituisce il decreto dell'Economia del 26 febbraio scorso, il check up delle opere finanziate con risorse pubbliche sarà effettuato tra il 31 marzo e il 20 aprile 2014, e metterà a fuoco lo stato di avanzamento delle opere pubbliche al 31 dicembre prossimo.
Almeno nelle intenzioni del ministero, superata l'incertezza iniziale il meccanismo sarà chiamato a girare a pieno regime, prevedendo nuovi esami a fine giugno, agosto, ottobre e dicembre. Dal 2015, il primo appuntamento sarà fissato al 28 febbraio, e poi tutto proseguirà al ritmo di sei rilevazioni all'anno, una ogni due mesi.
Un impegno non da poco per le stazioni appaltanti, siano esse Pubbliche amministrazioni o società partecipate, che dovranno far conoscere i dati finanziari e fisici di tutte le opere collegate a finanziamenti o anche ad agevolazioni a carico delle finanze pubbliche. Puntualmente, si spera.
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