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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 16:21.

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Obama: «Una risposta efficace alla barbarie dell'attacco chimico in Siria» - Barack cerca consenso internazionale

La prima tappa in Europa di Barack Obama, diretto al G20 di San Pietroburgo che inizia domani, è a Stoccolma. Qui il presidente americano ha tenuto una conferenza stampa sulla crisi siriana, inevitabile argomento di discussione del summit, mentre navi russe sono già posizione nel Mar Mediterraneo e a Washington si discute la bozza bipartisan repubblicani-democratici che il Congresso voterà per appoggiare o no l'intervento in risposta al massacro di 1400 siriani con armi chimiche come deciso da Obama pochi giorni fa.

«Occorre una risposta efficace» alla barbarie dell'attacco chimico siriano, ha detto Obama secondo cui «crediamo con grande forza che c'è stato un attacco chimico e che Assad ne sia stata la fonte». «Amiamo la pace, ma viviamo in un mondo che ci mette davanti a scelte difficili, pieno di violenza». Obama ha poi ricordato di essersi impegnato per «porre fine alla guerra in Iraq e Afghanistan» e «promuovere le soluzioni diplomatiche», ma che di fronte alla morte «insensata» di 1.400 civili, deve agire. «Come presidente degli Stati Uniti non posso ignorare queste vicende», ha ricordato il presidente.

«Non sono stato io - dice il presidente - a fissare una linea rossa, è stato il mondo stesso», ha osservato. «Dobbiamo agire perché se non lo facciamo, di fatto stiamo
dicendo che chiunque può continuerà a operare impunemente», ha detto Obama. Il presidente americano ha assicurato che non intende ripetere gli errori commessi con l'intervento militare in Iraq «di basare le decisioni su errate notizie di intelligence». Nessuna incoerenza, infine, con il suo Nobel per la Pace: «Ho fatto il possibile per una soluzione politica».

Prima di arrivare in Europa, Obama aveva incassato il sì di due repubblicani chiave alla Camera, lo speaker John Boehner e il majority leader Eric Cantor. Sembrava vi fosse anche l'appoggio dell'ex rivale nella corsa alla Casa Bianca 2008, John McCain, ma a sopresa McCain ha annunciato che voterà contro la bozza frutto dell'intesa bipatisan in Senato sul via libera ai raid in Siria, per McCain un «compromesso» che scontenta un certo numero di persone, fra cui lui, favorevole a un intervento più massiccio. Una defezione importante per Obama, che però, da Stoccolma, ricorda le sue prerogative da presidente: «Non ero tenuto a sottoporre all'approvazione del Congresso la proposta di un'azione militare in Siria, e averlo deciso non vuole essere un mero e vuoto esercizio. Ma come commander in chief mi riservo il diritto di agire nell'interesse e per la sicurezza del Paese».

Putin intanto prende posizione più chiara. Senza l'avallo dell'Onu, il Congresso Usa sta «legittimando un'aggressione» alla Siria, nel corso di un intervento a Mosca. «In ogni Paese il Parlamento sanzionerebbe un atto simile perché tutto quello che va oltre l'inquadramento del Consiglio d Sicurezza dell'Onu, a meno che non si tratti di autodifesa, è un'aggressione», ha detto il capo del Cremlino. «La Siria, come il mondo arabo, non sta attaccando gli Stati Uniti» ha sottolineato il presidente russo.



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