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Questo articolo è stato pubblicato il 04 settembre 2013 alle ore 06:39.

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ROMA
L'istruttoria tecnica è appena partita ma per grandi linee la strategia è stata già tratteggiata. Lo stesso premier Enrico Letta conferma che il Governo con i prossimi provvedimenti si muoverà lungo la rotta della crescita, che dovrà essere parte centrale della legge di stabilità.
Una prima riduzione del cuneo fiscale, un rafforzamento dell'Ace (risorse permettendo), il rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia e una spending review a vasto raggio come principale fonte di copertura: saranno i quattro punti fermi su cui si svilupperà l'ex legge finanziaria che sarà varata entro il 15 ottobre. Sull'industria e sulle Pmi, invece, si concentrerà il nuovo decreto del fare che dovrebbe arrivare già nell'arco di un paio di settimane. È questo il piano in due mosse che dovrà essere affinato nei prossimi giorni e che nelle intenzioni del governo dovrebbe, almeno in parte, rispondere ad alcune delle urgenze messe in evidenza dal documento congiunto Confindustria-sindacati.
Letta ieri ha visto il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni per un confronto sul prossimo G-20 e sulla legge di stabilità, a cominciare dal taglio del cuneo fiscale sul lavoro. A via XX settembre il lavoro preparatorio in vista della stesura della «stabilità» è già cominciato, anche se, a causa della partita Imu, non è ancora entrato nel vivo. Per le scelte di fondo «bisogna evitare di aspettare il 15 ottobre», afferma il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Il primo obiettivo è la riduzione del cuneo. L'idea è di varare un intervento dagli effetti progressivi nel tempo, partendo da una prima sforbiciata nel 2014 prevalentemente alla componente dei contributi sociali non previdenziali. Dovrebbero poi essere ripescate (magari con il decreto bis sullo stop alla seconda rata Imu) la deducibilità Imu, ai fini Ires e Irpef, per i beni d'impresa e le risorse tagliate per le Fs e il Mose (come ha assicurato il ministero delle Infrastrutture). Il Governo ha nel menù anche un rafforzamento degli incentivi fiscali dell'Ace (Aiuto alla crescita economica), come annunciato dal ministro Fabrizio Saccomanni a fine luglio.
Per puntellare queste misure l'Economia conta di far leva su mix di tagli alla spesa e razionalizzazioni per almeno 4 miliardi. Anzitutto attivando una spending review di tipo selettivo (si veda altro articolo in pagina). Sono poi previsti il riordino degli incentivi alla imprese con un restyling del piano Giavazzi, fin qui mai utilizzato, e la potatura delle agevolazioni tributarie attraverso la delega fiscale, che al massimo a ottobre dovrebbe approdare in Aula alla Camera e poi passare al Senato. Altri risparmi, per ora sulla carta, arriveranno dall'abolizione delle Province prevista dal Ddl del governo già in Parlamento che si dovrà raccordare con la riforma del Titolo V su cui sta lavorando la commissione di saggi nominata dall'esecutivo.

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